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La pioggia non ferma la cerimonia

Alpini di Roverè:
zolla dell'Ortigara
sul monumento

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Roverè. Posa della zolla di terra (Zambaldo)

La pioggia ha rovinato la celebrazione all’aperto ma non lo spirito con cui i combattenti e reduci e gli alpini di Roverè hanno voluto celebrare la festa delle Forze armate, dell’Unità nazionale e dei caduti di tutte le guerre. Al termine della messa, celebrata dal parroco don Matteo Zandonà, dall’ambone sono stati letti i nomi dei compaesani Caduti fin dalla guerra di Eritrea di fine Ottocento al secondo conflitto mondiale, mentre tutti rispondevano «Presente!». Sono intervenuti la sindaca Alessandra Ravelli e il consigliere provinciale Stefano Marcolini.

 

I bambini della scuola primaria, dopo aver cantato l’inno nazionale, hanno recitato ai piedi del presbiterio il girotondo della pace, filastrocca di Francesca Capelli che ricorda quanto sia da preferire la pace alla guerra. Al termine hanno distribuito fra i presenti un braccialetto tricolore da loro realizzato mentre le note di “Signore delle cime”, intonate dalla Schola cantorum San Nicolò, chiudevano la cerimonia in chiesa e preparavano la sfilata verso il monumento dove Giuliano Fiorentini ha deposto nel cippo, scavato appositamente nel rosso ammonitico, un vaso con una manciata di terra che lui aveva raccolto sul Monte Ortigara nel 2017, in occasione del pellegrinaggio nazionale del centenario della sanguinosa battaglia.

 

«Si chiude con questa cerimonia anche la celebrazione del centenario di fondazione della nostra Associazione nazionale alpini», ha ricordato il capogruppo Fabrizio Pomari: «e questa terra intrisa del sangue di migliaia di soldati caduti vogliamo che trasmetta alle nuove generazioni la memoria e la riconoscenza per quei giovani ragazzi che hanno sacrificato la loro vita».

V.Z.

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