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Aggredito dalla mucca senza motivo

Il sentiero vicino a Malga Dardo, le mucche sono molto vicine
Il sentiero vicino a Malga Dardo, le mucche sono molto vicine
Il sentiero vicino a Malga Dardo, le mucche sono molto vicine
Il sentiero vicino a Malga Dardo, le mucche sono molto vicine

La prima domenica di libera uscita dopo il lockdown è anche una domenica tutta da dimenticare per una famiglia della Bassa Veronese che aveva deciso di trascorrerla in Lessinia. Partiti in comitiva, erano diretti a Malga Dardo di Erbezzo per ritirare i cestini da asporto per il pranzo, dopo una mattinata passata a passeggio in una giornata stupenda per cielo terso, aria fresca e colori della fioritura del maggiociondolo che macchiava di giallo intenso il verde tenero dei boschi. Un quadro idilliaco frantumato dall’incidente capitato proprio nei pressi del rifugio, con l’attacco di una mandria di vacche di razza pezzata rossa che erano al pascolo. «Stavamo camminando tranquillamente sulla strada sterrata, a un centinaio di metri dal rifugio, e io in particolare ero rivolto verso un’amica con la quale conversavo, quando ho visto venirmi incontro a testa bassa la mole imponente di una mucca che mi ha dato una testata facendomi cadere a terra e poi schiacciandomi con il peso di tutta la sua massa», racconta l’uomo. «Non è vero che stavo accarezzando un vitellino, non è vero che ho importunato la madre. Stavamo solo camminando e conversando fra di noi. L’attacco è stato improvviso e immotivato, almeno per quanto ci riguarda, perché nessuno del nostro gruppo aveva prestato la benché minima attenzione agli animali al pascolo. Io in particolare amo gli animali ma non sono proprio il tipo da accarezzarli: non accarezzo neanche il gatto di mia suocera e quindi non mi si può proprio attribuire alcuna responsabilità per quello che è successo», precisa. A farne le spese non è stato solo lui, che ha riportato la frattura della scapola per la quale è costretto a indossare il tutore e due costole rotte, ma anche la moglie corsa in suo soccorso, che si ritrova oggi con l’avambraccio fratturato. Pure il figlio di 10 anni, che pur spaventato è corso in aiuto dei genitori, ne ha ricevuto in cambio una forte contusione sulla schiena, fortunatamente senza conseguenze, salvo qualche ecchimosi ed escoriazione. «Sono stato colpito su un fianco dalla testata della vacca, ho perso l’equilibrio anche per il fondo dissestato della strada e ho battuto violentemente la spalla a terra. Ho sentito un dolore terribile e anche a terra la mucca ha continuato ad attaccarmi, arrivando a sedersi su di me per qualche istante. Devo dire grazie a due ragazzi che non conosco, vestiti da ciclisti, che erano lì vicino e che sono intervenuti con dei bastoni allontanando la vacca che mi aveva aggredito, un’altra che la stava seguendo e una decina di animali della mandria che si erano fatti minacciosi tutti intorno», dice. Avuti i primi soccorsi in rifugio, l’uomo è stato trasferito poi a Borgo Trento in elicottero, mentre la moglie e il figlio lo hanno raggiunto in ambulanza. Sono stati già dimessi tutti: lui con il tutore per la spalla, la moglie con il gesso all’avambraccio destro che dovrà tenere per una trentina di giorni e il figlio solo con tanto spavento. «Medici e infermieri dell’ospedale sono stati bravissimi e li dobbiamo ringraziare. Avrò una visita di controllo a inizio luglio in cui il quadro clinico sarà più chiaro e mi si dirà per quanto tempo dovrò ancora indossare il tutore e gli eventuali tempi per la riabilitazione. Era la nostra prima uscita dopo il periodo di isolamento in casa per il Covid-19, finita purtroppo in un modo che mai avremmo immaginato. Vorrei fosse chiaro che non abbiamo responsabilità. Se le vacche fossero state infastidite da altri prima, non lo sappiamo. È certo invece che nessuno del nostro gruppo ha avuto comportamenti scorretti nei loro confronti». È quanto la famiglia ha già anticipato ai carabinieri, usciti per un primo sopralluogo, e che formalizzerà nelle prossime ore in una denuncia. •

Vittorio Zambaldo

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