Un caso di predazione di lupi all’interno di un recinto elettrico era già successo nel dicembre 2018 anche a Ceredo di Sant’Anna d’Alfaedo, nell’azienda «Lana al pascolo» di Cristina Ferrarini. Allora furono uccisi due agnelloni e una giovane fattrice, tutte pecore della preziosa razza Brogna. Quel recinto era però diverso, alto appena 105 centimetri e costituto da una rete, invece che da fili, adatto più a contenere il gregge al suo interno che a impedire l’assalto dei lupi che devono averlo saltato agilmente. La predazione fece impressione anche allora perché avvenne una domenica a una ventina di metri dall’abitazione più vicina e a una trentina di metri dalla piazza del paese. La presenza di cani da guardiania all’interno del recinto elettrico, come consigliato da esperti, non servì a salvare il gregge di Enrico Beltramini a San Mauro di Saline. I lupi uccisero sei pecore e ferirono gravemente uno dei quattro cani che sorvegliavano il gregge. «È una storia infinita e i nostri allevatori sono stanchi e demoralizzati», denuncia Marco Cappelletti, sindaco di Selva di Progno. «Mi risulta che anche i pagamenti promessi a livello regionale siano in ritardo. I sindaci sono purtroppo impotenti, ma le istituzioni superiori si devono interrogare sul nostro futuro, se dobbiamo rassegnarci all’abbandono della montagna. Se la Lessinia è bella e apprezzata, bisogna dar atto che lo è per merito di chi ci vive e lavora da generazioni», conclude, «ma non si può andare avanti così».