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A Breonio l’ultima predazione da lupi

Lupa fotografata dal Luca Signori, carabiniere forestale di Bosco
Lupa fotografata dal Luca Signori, carabiniere forestale di Bosco
Lupa fotografata dal Luca Signori, carabiniere forestale di Bosco
Lupa fotografata dal Luca Signori, carabiniere forestale di Bosco

Hanno colpito ancora i lupi, nei giorni precedenti il Natale: questa volta a Breonio, frazione montana di Fumane, dove sono rimaste vittime dei predatori un’asina e una capretta custodi di un prato recintato all’incrocio della strada che porta in paese e quindi non molto lontano dalle prime case abitate. Si tratta di animali d’affezione, non di allevamento da reddito, tenuti dal proprietario come animali da compagnia per la pulizia del prato. La conferma della predazione da lupo arriva dalla Polizia provinciale che ha eseguito il sopralluogo e i rilievi sulle carcasse consumate in minima parte. «PURTROPPO è diventata una notizia ordinaria», commenta la comandante Anna Maggio, «di più nei mesi estivi quando abbondano i capi in alpeggio. Qui il recinto era costruito in rete elettrosaldata ma non è servito né a difendere gli animali domestici né a impedire che i lupi entrassero e uscissero dopo la predazione». La comandante conferma che essendo gli animali non registrati all’anagrafe veterinaria come animali da reddito, appartenenti a un allevamento, non potrà essere chiesto nessun risarcimento previsto dalla Regione in questi casi, a sostegno del reddito da lavoro. Si sta chiudendo un anno difficile, anche se ormai le predazioni fanno meno clamore mediatico degli anni precedenti. Pur tuttavia il numero di capi uccisi dai predatori ammonta fino al 24 dicembre a 163 unità, cifra che supera in totale, per la Lessinia Veronese e Vicentina, quella di 158 capi registrati in tutto il 2017, che deteneva finora il poco invidiato titolo di «annus horribilis». DALLE REGISTRAZIONI tenute dal Parco naturale regionale della Lessinia, risulta che i 163 capi predati nel 2020 sono per 115 unità attribuiti ai lupi e per 48 a canide, comunque anche questi riconosciuti dalla Regione come risarcibili. Sono 106 i capi deceduti o dispersi, 57 quelli feriti o soppressi a causa di ferite insanabili: il tutto in 84 eventi predatori attribuibili al lupo e solo 3 attribuibili a canide, ma con un alto numero di animali uccisi (ben 48). Ha alzato notevolmente la cifra di quest’anno proprio la predazione attribuita a canide l’11 maggio in località Gabiola di Grezzana in cui persero la vita 8 pecore e 22 furono poi soppresse per le ferite riportate: 30 capi che hanno inciso enormemente nella classifica annuale, come le 10 pecore di località Morandini di Erbezzo il 25 giugno e le 13 pecore, sempre nella stessa località l’8 agosto. Ancora ad Erbezzo ci fu una predazione consistente a danno di 6 asini lo scorso novembre. IL RESTO delle predazioni è sempre stato limitato a un capo, prevalentemente bovino giovane (vitello, manzetta o manza), raramente un capo adulto: solo 2 vacche registrate in alpeggio la scorsa estate a passo Fittanze di Erbezzo e a Malga Costeggioli di sotto di Bosco Chiesanuova. Nella classifica delle località più colpite è in testa Bosco Chiesanuova, con oltre una trentina di eventi, seguita da Roverè e Velo Veronese con cifre che si attestano alla metà di quelle di Bosco. Questa ripresa di predazioni è probabilmente da legare alla crescita di individui nei branchi. RICORDIAMO che dalle ultime osservazioni erano presenti a fine estate 16 nuovi cuccioli nati nel corso del 2020: sette dalla coppia storica Slavc e Giulietta; altri cinque generati da una nuova coppia insediatasi nella Lessinia centro-orientale, dal Monte Tomba verso la Val d'Illasi, e altri quattro nati dal branco che gravita fra Lessinia e Carega. •

Vittorio Zambaldo

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