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Continuano le ricerche per la cattura

L'orso è tornato
a casa: Papillon
lascia il Carega

L’orso M49, chiamato Papillon, è arrivato sul Carega dal Trentino FOTO LUCA SIGNORI
L’orso M49, chiamato Papillon, è arrivato sul Carega dal Trentino FOTO LUCA SIGNORI
Orso M49 sul Carega (Tommaso Borghetti)

È tonato a casa nel Parco dell’Adamello-Brenta M49, conosciuto anche come Papillon, l’orso problematico e pericoloso che nella settimana precedente la Pasqua era sul Carega, immortalato nelle sue divertenti evoluzioni sulla neve da un video di Tommaso Borghetti nel vallone di Campobrun.

 

Negli ultimi giorni è stato segnalato tra la val di San Valentino e la val di Breguzzo dove stazionava la scorsa estate. Da quando si era svegliato dal letargo a metà febbraio aveva disseminato Trentino e Veneto di incursioni e guai che sono state le tracce evidenti del suo passaggio e negli ultimi giorni è stato possibile ricostruire con un buon grado di probabilità gli spostamenti successivi alle segnalazioni sul Carega, dove aveva fatto danni al rifugio Fraccaroli, al locale invernale del rifugio Scalorbi e alla malga di Campobrun, facendo poi perdere le sue tracce su un tratto non innevato nei pressi del rifugio Pertica.

 

Era poi stato visto da due donne appena fuori dalle loro abitazioni a Cassone di Malcesine e sedmpre nel comune rivierasco aveva fracassato un’arnia ed era stato inseguito in maniera scriteriata da un automobilista sulla strada che collega Nago con Torbole.

 

«Sono infatti riferibili allo stesso esemplare gli avvistamenti (ed intrusioni) registrati nella zona di Nago, del monte Stivo e, dopo aver attraversato anche la valle dei Laghi, Stenico, la val Algone ed infine la Busa di Tione ed i sovrastanti monti, ora è segnalato tra la val di San Valentino e la val di Breguzzo», si precisa dal Servizio Foreste e Fauna della Provincia autonoma di Trento.

 

Quest’ultimo significativo spostamento avrebbe portato l’orso nell’area dove gravitava sino all’estate scorsa, dopo aver percorso, dal suo risveglio, centinaia di chilometri in un paio di mesi, dimostrando un ottimo orientamento anche in aree impervie e a lui del tutto sconosciute e di essere in grado, in particolare in Val d’Adige di superare fiume, strada statale, autostrada e ferrovia.

 

Secondo i faunisti trentini «è ora possibile che l’animale rallenti gli spostamenti e frequenti con più assiduità la zona a lui nota. Le attività di cattura dell’orso in applicazione dell’ordinanza di rimozione, mai sospese, pur risultando assai difficili su di un animale in costante e rapido spostamento, sono ora concentrate in tale area».

 

Ricordiamo che M49 è un orso problematico pericoloso: non ha mai attaccato le persone, ma è protagonista di numerosissimi episodi di danneggiamento ad animali domestici e cose, l’unico degli 82-93 orsi della colonia che popola il Trentino ad avere queste caratteristiche. Il provvedimento che ha deciso di catturarlo e rinchiuderlo, firmato la scorsa estate dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, mira a evitare che M49 combini altri guai, magari irreparabili, compromettendo anche il buon lavoro fatto finora con tutto il resto dell’intera colonia alpina. 

Vittorio Zambaldo

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