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«Vogliamo visitare i nostri anziani»

La vaccinazione di un’anziana ospite in casa di riposo
La vaccinazione di un’anziana ospite in casa di riposo
La vaccinazione di un’anziana ospite in casa di riposo
La vaccinazione di un’anziana ospite in casa di riposo

«È urgente trovare una soluzione alla questione delle visite dei parenti nelle case di riposo». Interviene la consigliera comunale del Pd a Verona, Elisa La Paglia, sulla questione degli ospiti anziani delle strutture residenziali e dei familiari tenuti a distanza per arginare ogni rischio Covid. Anche ora che gli anziani nelle Rsa sono stati vaccinati, perché rimangono soggetti fragili e da proteggere. Secondo tanti familiari però, stanchi di non poterli vedere con continuità e della diseguaglianza tra strutture, così soli e isolati rischiano patologie degenerative e decadimenti cognitivi. «Ora che siamo tornati in zona arancione, e con l’arrivo della bella stagione che permette di usare gli spazi all’aperto», prosegue La Paglia «nel rispetto della sicurezza di ospiti e dipendenti si rende necessaria una revisione alla luce sia della situazione vaccinale, che vede già una buona copertura nelle Rsa, sia delle raccomandazioni del ministero della Salute che definisce “terapeutiche” le visite parentali. Il quadro veronese non è affatto omogeneo», conferma la consigliera comunale del Pd di Verona. «Con le limitazioni causate dal Covid è essenziale investire di più sulle attività educative e di svago per gli ospiti, ma accade solo in alcune Rsa mentre in altre la socialità resta a carico delle visite parentali, assenti per le misure restrittive». La politica veronese si è presa a cuore il tema fin dai primi mesi dell’emergenza e si fatta portavoce a più riprese della socialità nelle strutture dal settembre 2020, quando in alcune venivano concessi 30 minuti la settimana per la «visita parenti». Ma il tempo a disposizione può anche essere minore, e di molto. E poi ci sono le chiusure totali degli accessi dall’esterno, in zona rossa. Ma le famiglie con anziani nelle Rsa sono stremate. A fronte di linee guida nazionali e pronunciamenti anche regionali che sottolineano l’importanza di questi incontri per il benessere psicofisico degli anziani e con una campagna vaccinale terminata da tempo, non capiscono il senso di misure ancora così stringenti. Sono stanche di stare lontane dai loro cari. E preoccupate. Tant’è che alcune famiglie sono entrate in Diana, l’associazione veronese che si occupa di tutela dei diritti delle persone non autosufficienti, e ne stanno sposando impegni e iniziative. Oggi, alle 17.30, Diana propone il webinar gratuito per tutti «Rsa e la cura degli anziani malati non autosufficienti: quali proposte per il dopo Covid?» (info su pagina Facebook di Associazione Diana); sabato invece, dalle 10 a 12, in piazza Bra a Verona, una mobilitazione generale in contemporanea con altre città. «Tocca alla Regione», continua La Paglia, «la verifica e il controllo delle misure a tutela del diritto della socialità e dell’affettività degli ospiti delle case di riposo, che in molti casi non hanno un contatto umano con i familiari da mesi e però non vedono incrementate le attività di relazione per colmare tale mancanza». Una soluzione? «L’istituzione di una green card vaccinale che permetta visite più lunghe e frequenti qualora parenti e ospiti siano già vaccinati o tamponati di recente», conclude. •

C.M.

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