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Uragano, il censimento del disastro

Un albero dal tronco scorticato nella zona a ridosso dell’AdigeL’abete caduto accanto al capitello della Madonna della Cascata
Un albero dal tronco scorticato nella zona a ridosso dell’AdigeL’abete caduto accanto al capitello della Madonna della Cascata
Un albero dal tronco scorticato nella zona a ridosso dell’AdigeL’abete caduto accanto al capitello della Madonna della Cascata
Un albero dal tronco scorticato nella zona a ridosso dell’AdigeL’abete caduto accanto al capitello della Madonna della Cascata

Il conto degli alberi dei parchi pubblici di San Giovanni Lupatoto gravemente danneggiati dall’uragano di sabato alle 17 lo ha fatto Mattia Stoppato, consigliere comunale con delega alla manutenzione del verde: oltre 60 piante gravemente danneggiate o sradicate solo nei giardini cittadini. Fuori dal centro abitato, il più massacrato è senz’altro il parco dell’Adige che si trova alla fine di via Porto. Qui, nell’area della ex colonia elioterapica sono stati abbattuti dal vento due pioppi storici alti 25 metri. Nello spazio verde soprastante, gli olmi, i pioppi e le robinie sono stati in alcuni casi divelti e comunque tutti danneggiati dalla bufera. Non è scampato alla furia distruttrice del vento neppure l’abete che si trovava di fianco al capitello della Madonna della Cascata, sempre nell’area del Porto. Salici e pioppi a decine piegati dal vento o spezzati anche nel Parco di Pontoncello. Un salice è tuttora riverso sulla pista ciclabile dell’argine poco dopo la Casa Bombardà. Un altro, cadendo, ha distrutto la staccionata dell’accesso al Parco che si trova all’inizio della Pista ciclabile delle Risorgive. In riva al fiume Adige ci sono varie piante di quercia e salice cadute in acqua in quanto le radici non hanno retto al vento. Insomma, un disastro. Solo chi è riuscito passare sull’argine nella giornata di domenica (l’accesso è da lunedì vietato per motivi di sicurezza onde evitare che qualcuno rimanga colpito dalla caduta dei rami pericolanti) ha potuto rendersi conto di persona dei gravi danni prodotti dal nubifragio. Il consigliere Stoppato ha completato fra lunedì e ieri il censimento nei vari parchi municipali delle grandi alberature danneggiate su cui occorrerà intervenire. «Gli alberi sradicati o che hanno subito forti danni come il distacco di grandi rami sono circa una sessantina», dice Stoppato. «Serviranno almeno dieci giorni di lavoro per rimettere un po’ in sesto i parchi. La spesa stimata non sarà inferiore ai 30mila euro per liberare completamente parchi e strade dalle carcasse delle piante divelte dall’uragano di sabato. Inoltre la pulizia, comprensiva di smaltimento di tronchi e ramaglie, è da fare con la massima urgenza per ridare subito funzionalità alle strutture». Per intervenire è stata data mano libera all’Ufficio Tecnico municipale.Il sindaco Attilio Gastaldello, stabilmente in municipio sia sabato sera sia domenica e lunedì per il presidio della situazione di criticità generale, ha dapprima firmato l’ordinanza per riparare al danno e «coprire» dal punto di vista finanziario le spese eccezionali da affrontare per liberare parchi vie e marciapiedi, poi ha seguito i primi interventi di pulizia e riordino. Alberi abbattuti anche in via Manara (uno è caduto su un’auto in sosta) e in via Gramsci. Danni agli olmi di via Foscolo, con rotture di rami (uno ha abbattuto parzialmente la cancellata della scuola media). Danni minori al parco ai Cotoni e al parco del laghetto. Si sono incredibilmente salvati dalla furia devastatrice del vento il parco della Pia Opera Ciccarelli e due grandi pioppi cipressini (altri 25 metri) della corte agricola di Sorio posti in fondo alla strada che dalla corte raggiunge l’argine del fiume Adige. Sono passati indenni attraverso la tempesta (pur trovandosi a solo duecento metri dalla ex colonia) anche i sette grandi pioppi e platani posti all’ex imbarcadero del Porto. •

Renzo Gastaldo

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