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Una Pasqua da barricati in casa

Un’immagine emblematica: Bardolino deserta nel giorno di Pasqua
Un’immagine emblematica: Bardolino deserta nel giorno di Pasqua
Un’immagine emblematica: Bardolino deserta nel giorno di Pasqua
Un’immagine emblematica: Bardolino deserta nel giorno di Pasqua

Il copione si è ripetuto, più o meno uguale a quello dello scorso anno: la Pasqua del 2020 era capitata nel bel mezzo del lockdown, che oggi ha un nome diverso, «zona rossa». Ma le regole (anzi le limitazioni) sono cambiate poco. Spostamenti ridotti al minimo, se non in prossimità dell’abitazione, e più in là solo per necessità, lavoro e salute. Niente scampagnate, niente ristoranti, niente pic nic. Solo un’unica deroga, concessa quest’anno dal Governo: la possibilità per il week end di Pasqua, quindi sabato, domenica e il lunedì di Pasquetta, di visitare una sola volta al giorno parenti o amici. Ma i veronesi questa opportunità sembrano non averla colta: sarà l’assuefazione alle regole, il timore di essere contagiati in un territorio dove i casi positivi sono ancora tanti e in continua crescita, sarà stata la poca chiarezza delle regole stabilite da Roma e quindi la paura di incappare in sanzioni, sta di fatto che nei 98 Comuni della provincia gli spostamenti sono stati ridotti al minimo. È quello che mette in evidenza la mappa di mobilità City Analytics ricavata da Here e Enel X sulla base dei dati registrati dai lampioni intelligenti installati sul territorio e soprattutto sulle rilevazioni anonimizzate degli smartphone. PASQUA. City Analytics ha analizzato gli spostamenti rapportandoli al periodo pre Covid, al primo lockdown, cioè alla media dei movimenti nel periodo compreso tra il 22 marzo e il 3 maggio dello scorso anno, e anche a una settimana fa, quando il Veneto era in zona rossa, senza deroghe. Ebbene, è su questo confronto che emerge il dato più interessante: a Pasqua gli spostamenti sono stati il 32 per cento in meno rispetto alla domenica precedente, quando non era consentito muoversi da casa se non per emergenze, si potevano fare passeggiate solo vicino a casa ed era vietato far visita ai conoscenti. Probabilmente però qualche azienda o attività era aperta (si pensa ad esempio ai supermercati, chiusi invece a Pasqua), il che spiegherebbe il numero di spostamenti maggiore. I movimenti sono stati inferiori del 55 per cento rispetto al gennaio 2020, quando la pandemia era ancora lontana, non c’erano limitazioni negli spostamenti e la mascherina era qualcosa di sconosciuto nelle nostre abitudini. Tuttavia rispetto alla media del primo lockdown, quello della primavera scorsa, domenica si è registrato il 97 per cento di spostamenti in più: va detto che un anno fa praticamente tutte le attività economiche erano chiuse e non esistevano regole per andare nelle case di parenti e amici. Non solo: non si potevano raggiungere le seconde case, possibilità invece concessa dal Governo per queste settimane, anche in zona rossa. PASQUETTA. La situazione già si intuiva dalle immagini che giravano due giorni fa: città deserta, ma anche strade vuote, parchi e aree verdi che invece delle tradizionali scampagnate ospitavano qualche passeggiata di famiglie residenti nelle vicinanze. In questo caso il confronto con lo stesso giorno della settimana precedente è poco efficace: lunedì 29 marzo era un normale giorno lavorativo, sebbene in zona rossa. Movimenti limitati, è vero, ma aziende e attività per la maggior parte aperte, con tutti gli spostamenti che ne derivavano. Ecco allora che nel giorno di Pasquetta, nella provincia, i movimenti sono stati il 78 per cento in meno rispetto alla settimana precedente; ma un calo del 78 per cento si è registrato anche rispetto al gennaio 2020, e del 48 per cento rispetto alla media degli spostamenti del primo lockdown. L’andamento è in linea con quello registrato nelle altre province del Veneto, dove lunedì gli spostamenti sono stati mediamente il 78 per cento in meno rispetto al periodo pre Covid, sempre il 78 per cento in meno della settimana precedente e il 46 per cento in meno rispetto all’aprile dello scorso anno. •

Francesca Lorandi

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