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SAN GIOVANNI LUPATOTO

Un lupo nelle campagne? Per gli esperti non è escluso

Lupi nella neve in Lessinia. Una loro discesa in pianura non è da escludere
Lupi nella neve in Lessinia. Una loro discesa in pianura non è da escludere
Lupi nella neve in Lessinia. Una loro discesa in pianura non è da escludere
Lupi nella neve in Lessinia. Una loro discesa in pianura non è da escludere

«A oltre una settimana di distanza dalla predazione è molto difficile che si riescano a ricavare elementi utili per definire l’identità del predatore. Abbiamo raccolto quanto era possibile», fa sapere Anna Maggio, comandante della Polizia provinciale di Verona, incaricata dei rilievi nell’azienda agricola e fattoria didattica di Elena e Daniele Leso a San Giovanni Lupatoto, dove a causa dell’attacco di un probabile lupo è morta un’asinella di 20 giorni ed è stata ferita la madre. «Non siamo in grado di dare un parere definitivo con gli accertamenti sulla carcassa, e pur apprezzando la buona fede dei proprietari che hanno raccolto degli escrementi sul luogo della predazione, non possiamo ritenere che questi non siano inquinati e dal modo in cui sono stati raccolti e dal ritardo. Per noi la predazione è classificata come di canide, non essendo possibile spingerci oltre con certezza», conclude la comandante Maggio.

Purtroppo non immaginando che potesse trattarsi di lupi, gli stessi proprietari non si sono rivolti ai nuclei specializzati in materia sia dell’Ulss 9 sia della polizia provinciale e quindi alcuni elementi che potevano essere importanti nell’immediatezza della predazione, con il passare dei giorni sono andati dispersi o sono oggi di difficile interpretazione. Anche le immagini della videotrappola installata poco fuori dell’azienda non chiariscono se l’animale sia effettivamente un lupo: il dettaglio non accurato, la definizione troppo bassa e la poca luce notturna non aiutano gli esperti che hanno visionato il video. «Se mi devo basare solo sul video, riprese da troppo lontano e nell’oscurità, non posso esprimere certezze. È indubbiamente un animale il cui atteggiamento è tipico del lupo», riconosce Paolo Parricelli, guardiaparco del Parco della Lessinia che ha seguito la presenza del lupo sull’altopiano fin dal suo arrivo una decina di anni fa. «Le riprese non non lasciano intravvedere quei caratteri che ci garantiscono con un buon margine di certezza di essere in presenza di un esemplare di lupo: bisognerebbe vedere bene il muso e gli arti anteriori e in questi casi ci dà una risposta definitiva solo la genetica. Se fosse lupo, dobbiamo considerarlo un esemplare in dispersione sulla cui provenienza pure non abbiamo certezze: un elemento uscito dai branchi della Lessinia e sceso fino in pianura? O arrivato dagli Appennini dopo aver attraversato la pianura?».

Gli stessi interrogativi se li pone anche il biologo Enrico Ferraro che tuttavia, in accordo con Parricelli, conferma: «Non mi meraviglierebbe affatto se in pianura ci fosse un grande predatore. Li abbiamo già visti e saranno sempre più presenti. Abbiamo un’idea di lupo legato ai boschi e alla montagna, ma sono i luoghi dove è stato costretto a rifugiarsi per sopravvivere alla caccia; vive benissimo anche in pianura a condizione che ci sia da mangiare, che trovi riparo e nessuno gli spari», precisa Ferraro. Ricorda la presenza di un branco stabile nel Ferrarese, già al secondo anno riproduttivo, e il lupo filmato nel Mantovano a caccia di nutrie: di cibo c’è abbondanza e a un solo esemplare, per ripararsi non serve un bosco..

Vittorio Zambaldo

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