<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Tassa soggiorno, sette milioni dalla Regione

I contributi   sono arrivati anche a Lazise con 68.000 euro
I contributi sono arrivati anche a Lazise con 68.000 euro
I contributi   sono arrivati anche a Lazise con 68.000 euro
I contributi sono arrivati anche a Lazise con 68.000 euro

Sono 7,5 i milioni di euro che finiranno a breve nelle casse dei Comuni della provincia di Verona che avevano introdotto l’imposta di soggiorno e che nel 2020, causa la pandemia, hanno dovuto fare i conti con un brusco calo delle entrate. Per rendere l’idea, nei principali municipi turistici veneti, questa imposta vale in media il 12,5% delle entrate tributarie, con punte di quasi il 29%. E per far fronte alla diminuzione degli incassi dello scorso anno, registrata in tutto il Paese e che in Veneto è stata del 56%, il Governo ha stanziato complessivamente come ristoro 350 milioni di euro. La prima tranche di contributi, di 250 milioni di euro, è stata ripartita sulla base dell’effettiva perdita di gettito registrata dai Comuni nel periodo compreso tra il marzo 2020 e il febbraio di quest’anno, rispetto ai dodici mesi precedenti. Ebbene, di quel tesoretto destinato al Veronese, quasi 3 milioni andranno al capoluogo scaligero, circa 840 mila a Peschiera del Garda, 752 mila a Bardolino, 68mila a Lazise, circa 550mila a Malcesine. Il Veneto ha ottenuto complessivamente dallo Stato quasi 37 milioni di euro, una cifra che copre il 43,5% degli incassi del 2019, prima della pandemia. Si tratta di uno stanziamento importante, che verrà integrato da una seconda, e più contenuta, tranche entro fine ottobre. Al momento la fetta più grande è toccata ai comuni veneziani, 23,5 milioni di euro, di cui oltre 18 milioni spettanti a Venezia. «Si tratta di un cospicuo stanziamento di risorse», commenta Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est, «che consentirà ai Comuni di proseguire il proprio piano di interventi in materia di turismo. È però fondamentale che si rispetti la finalità dell’imposta di soggiorno: una tassa di scopo istituita proprio per sostenere il settore turistico. Questo comparto ha bisogno di grandi investimenti nei prossimi anni e di progetti di area vasta condivisi tra più amministrazioni locali. In questa prospettiva», propone Ferrarelli, «i contributi potrebbero anche stimolare l’iniziativa privata su specifici progetti per aumentare la competitività delle destinazioni, a partire dal miglioramento dell’accessibilità, l’allungamento della stagione per favorire la redditività delle imprese, l’integrazione dell’offerta con proposte basate su eventi, cultura ed agroalimentare al fine di attirare nuovi clienti ed intercettare nuovi mercati».•.

Suggerimenti