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Il nuovo segnale televisivo digitale

Switch off, scomparsi i canali Rai. «Per vederli va cambiata anche parte dell'antenna»

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Un ripetitore della Rai
Un ripetitore della Rai
Un ripetitore della Rai
Un ripetitore della Rai

Ennesimo aggiornamento tecnologico, vale a dire nuovi dispositivi da acquistare. È ciò che si prospetta per moltissime persone della provincia che dalla settimana scorsa non vedono più i canali Rai. Dopo lo switch off dell’8 marzo in molte case, nonostante siano stati acquistati decoder o nuovi tv per l’alta definizione, i canali Rai1 e Rai 2 non si vedono, neppure sui corrispettivi in alta definizione, 501 e 502 che non esistono. Rai 3 si prende sul 503, ma a spizzichi e bocconi e il tg regionale in onda è quello della Lombardia.

È un problema che accomuna moltissimi veronesi dall’Est al Villafranchese, dalla Bassa alla città. Alcuni vi aggiungono altri problemi di ricezione sempre di canali Rai, come Movie o Rai Storia. Tutti gli altri, invece, Mediaset e privati, invece, si prendono o sono tornati a vedersi dopo lo switch off. Consigliare la risintonizzazione serve solo a esacerbare gli animi, perché c’è chi effettua l’operazione più volte al giorno senza risultati. Né vale l’indicazione di seguire il tg regionale sull’805 perché non tutti lo captano.

 

Che fare?

La domanda sta intasando i centralini del sito ministeriale nuovatvdigitale.mise.gov.it: «È un problema di trasmissione della Rai», rispondono dallo sportello che riceve chiamate da tutto il territorio nazionale e rimanda al numero verde della Rai 800 938362. Quest’ultimo rinvia a Rai Way, 06 871 65750, al quale però si attiva un servizio di risposta automatica. Se si segnala il malfunzionamento, la voce registrata consiglia di orientare l’antenna dal Villafranchese, ad esempio, verso Monte Venda con polarizzazione orizzontale al canale 40. Operazione che fa un antennista salendo sul tetto. A Verona le indicazioni sono di orientare verso il ripetitore di Monte Venda al canale 40 o di San Fidenzio o di Valpantena o di Verona Sip. Ma gli antennisti mettono in guardia: «Se si gira l’antenna, poi si rischia di non prendere tutti gli altri canali».

 

La soluzione

La voce automatica di Rai Way indica di risintonizzare i canali e, se il problema persiste, di far verificare l’impianto dell’antenna. E qui arriviamo all’ennesimo esborso che i cittadini dovrebbero affrontare. Lo confermano gli antennisti, in questi giorni chiamati a un super lavoro ricevendo domande di intervento da ogni dove, da Nogara a Villafranca, da Nogarole Rocca a Verona, dalla Valpantena a Illasi fino giù a Legnago. La soluzione che indicano i tecnici, è una sola: cambiare un pezzo dell’impianto dell’antenna. «Il problema è legato alla Rai che ha cambiato le frequenze», spiega Moreno Busato, che in questi giorni sta lavorando nel Villafranchese e nella Bassa. «La Rai è andata su una frequenza, la 37, che i vecchi amplificatori non prendono». L’amplificatore o centralina è una scatola collegata all’antenna.

 

Ripetitori

La Rai è passata dalla banda uno alla quarta, cambiando i canali di ricezione di Rai 1, 2 e 3. Le antenne del Veronese, inoltre, sono orientate verso il ripetitore di Velo che non trasmette la Rai, mentre il segnale Rai proviene dal Padovano. «Se una casa è dotata di impianti di antenna di più di vent’anni è probabile che si verifichi il problema», conferma Cristian Briani, antennista alle prese da giorni con le antenne di case e palazzi da Verona alla provincia. «Chi non riceve i canali Rai deve chiamare un antennista che verifichi il problema. Quasi sempre legato alla centralina». E girare l’antenna risolve il problema? «No, perché poi non si vedrebbero gli altri canali».

 

Nuova spesa

C’è chi preferisce attendere ancora qualche giorno: al momento dello switch off era stato consigliato di dare un paio di giorni di assestamento e di continuare comunque a risintonizzare i canali. Ma per il Veneto, interessato dalle nuove frequenze della Rai, la transizione è già terminata. Quindi il problema parrebbe proprio legato all’impianto di ricezione di casa. Per i cittadini, dunque, si profila all’orizzonte un’altra spesa oltre a quella già anticipata per decoder o nuove Tv, nonostante il passaggio all’alta definizione sia completato solo al 3 gennaio 2023. Per un nuovo amplificatore la spesa va da qualche decina di euro a 200 e oltre per le case private, fino a mille per un condominio a seconda della qualità e della capacità della centralina acquistata. Altro denaro, insomma. Sperando che la strada verso il 3 gennaio 2023 non metta sulla via altri dispositivi. 

Maria Vittoria Adami

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