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Siccità, il «sistema» Adige sta tenendo ma i Consorzi prelevano il 30% in meno

In secca Il livello dell’Adige all’altezza di Legnago in questi giorni
In secca Il livello dell’Adige all’altezza di Legnago in questi giorni
In secca Il livello dell’Adige all’altezza di Legnago in questi giorni
In secca Il livello dell’Adige all’altezza di Legnago in questi giorni

Siccità: quella che avrebbe dovuto essere la giornata dei verdetti si è conclusa senza alcuna risoluzione. Era particolarmente attesa la conferenza Stato e Regioni svoltasi nel pomeriggio. Era presente in rappresentanza del Veneto e degli assessori all’agricoltura di tutte le Regioni italiane, il veneto Federico Caner. Dopo una discussione articolata terminata nel tardo pomeriggio, l’organismo ha scelto di far decidere ad altri. La definizione delle misure legate all’emergenza idrica, infatti, è stata demandata ad un tavolo di coordinamento interministeriale con le Regioni che ora dovrà essere costituito proprio per prendere i provvedimenti necessari a risolvere i problemi. Eppure, nei giorni scorsi da più parti era stata affermata la necessità di arrivare subito alla dichiarazione dello stato di emergenza, per affrontare la situazione con misure eccezionali. Il presidente della Regione Luca Zaia ha inviato ieri una seconda richiesta di intervento al Presidente del Consiglio Mario Draghi. «Con l’escalation di siccità registrato in questi giorni, ogni minuto è sempre più prezioso», ha affermato Zaia. «Non si può più aspettare, la situazione deve essere affrontata con massima velocità anche dal Governo». Ieri mattina era comunque arrivata una notizia parzialmente rassicurante dalla riunione dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, del quale fanno parte Governo, Regione Veneto, province autonome di Trento e Bolzano, enti della bonifica ed aziende elettriche. L’organismo, convocato dall’Autorità di bacino delle Alpi orientali, ha stabilito di innalzare il grado di «severità idrica» in tutto il Triveneto, tranne che per il bacino dell’Adige. Sino a ieri nel nord est, c’era un grado di severità medio che sancisce l’impossibilità di garantire gli utilizzi idropotabili ed irrigui delle acque. Ora questa situazione continua a riguardare il livello dell’Adige, e, quindi, l’intero Veronese che da esso dipende per l’irrigazione, mentre nel resto del Triveneto si è passati al grado più elevato. Il che significa che dovranno essere adottate misure eccezionali, perché c’è in atto uno stato di crisi non contrastabile con gli strumenti ordinari e le risorse idriche presenti non sono sufficienti ad evitare danni al sistema gravi e prolungati. «Dopo una lunga verifica della situazione delle acque superficiali, dei bacini e dei livelli stratigrafici delle falde, tenendo conto sia della situazione in Trentino che dello stato alla foce del fiume, è stato deciso che per ora non è necessario adottare nuove iniziative per l’Adige», spiega Andrea Braidot, dirigente del settore risorse idriche dell’Autorità di bacino. «Ad oggi, qui, il sistema sta infatti in qualche modo tenendo, anche grazie al fatto che i consorzi di bonifica non prelevano più del 70% di quanto sarebbe loro concesso in questo periodo», aggiunge. Braidot sottolinea che rimane l’incognita del fine settimana, quando viene rilasciata meno acqua dai bacini idroelettrici del Trentino. Evidenzia, inoltre, che si sta navigando a vista. Secondo le previsioni meteo, infatti, pare che non ci saranno precipitazioni addirittura sino a metà luglio. Per questo l’Osservatorio ha previsto un nuovo esame della situazione per lunedì 11 luglio, con possibilità di anticiparlo al 4 nel caso in cui la situazione peggiori. •. L.F.

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