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«Siccità, si proclami
lo stato di calamità»

Il senatore Antonio De Poli
Il senatore Antonio De Poli
Il senatore Antonio De Poli
Il senatore Antonio De Poli

Siccità: è pressing sul ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina affinché venga proclamato lo stato di calamità. A chiedere l'adozione di misure straordinarie è il senatore padovano Antonio De Poli, dell'Unione di Centro. Secondo quanto afferma De Poli, «l'attuale situazione di carenza delle risorse idriche dimostra che è necessario superare la cultura dell'emergenza che ancora domina e che devono essere destinate ai Consorzi di bonifica maggiori risorse».

Mentre il tema-siccità diventa una questione da affrontare in sede governativa, dopo che in Veneto già per tre volte il presidente Luca Zaia ha decretato lo stato di crisi idrica imponendo limitazioni nei prelevamenti di acqua per l'irrigazione dai fiumi, nel Veronese ci si continua a confrontare con quella che gli esperti definiscono come «una situazione di equilibrio instabile». «Negli ultimi giorni di giugno ci sono state precipitazioni più significative di quanto ci si attendeva e questo sta consentendo al sistema di reggere», spiega il dirigente dell'Osservatorio acque interne dell'Arpav Italo Saccardo. Il quale, però, avverte che, in assenza di cambiamenti climatici significativi e considerata la necessità d'acqua dovuta alle alte temperature attuali, «la situazione può diventare critica già nel giro di una settimana».

Ad affrontare i pericoli maggiori è, come peraltro accade da mesi, il Veronese. Nella nostra provincia l'irrigazione dipende dalla situazione dell'Adige. Il quale, quest'anno, ha portate particolarmente ridotte. I bacini che dovrebbero garantire le riserve da usare nei mesi più caldi sono vuoti per più della metà, i livelli delle falde sono scarsi e di neve quasi non ce n'è. Se si tiene conto che, per legge, l'acqua dell'Adige deve essere prioritariamente usata per rifornire gli acquedotti di alcune zone del Polesine e del Veneziano, e che non si può scendere al di sotto di una certa portata anche per tenere bloccata la risalita del cuneo salino dalla foce, ne risulta davvero una situazione di precarietà.

«Per ora riusciamo a rispondere alle richieste, ma la speranza è che inizi a piovere, specialmente in Trentino, perché altrimenti nel giro di 7-10 giorni finiremmo per trovarci in gravissime difficoltà», commenta il presidente del Consorzio di bonifica Veronese, che opera in tutta l'area della provincia posta a destra dell'Adige. LU.FI.

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