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CASTEL D’AZZANO

Predate due pecore in località Scopella e sarebbero i lupi i principali sospettati

Assalto di più animali nella notte fra venerdì e sabato, feriti vari esemplari
Una femmina  di lupo fotografata da Luca Signori in Lessinia qualche tempo fa
Una femmina di lupo fotografata da Luca Signori in Lessinia qualche tempo fa
Una femmina  di lupo fotografata da Luca Signori in Lessinia qualche tempo fa
Una femmina di lupo fotografata da Luca Signori in Lessinia qualche tempo fa

Altra predazione in pianura, questa volta a danno di un gregge di ovini in località Scopella di Castel d’Azzano, condotto da un pastore di origine calabrese. Due le vittime accertate, ma diversi animali sono rimasti feriti e sono affidati alle cure veterinarie nel tentativo di salvarne il più possibile. I sopralluoghi ripetuti della Polizia locale e del veterinario dell’Ulss 9 non hanno finora potuto stabilirne con certezza la causa e nella giornata di ieri la comunicazione è stata fatta alla Regione annotando l’episodio come «predazione da canide».

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Difficile infatti stabilire dalle tracce lasciate se si tratti di lupo, cane domestico o cane rinselvatichito. Quello che è certo finora in quest’ultimo episodio avvenuto nella notte fra venerdì e sabato scorso è che all’aggressione hanno concorso più individui, per il consumo di carne che c’è stato. La diffusione, la settimana scorsa, di un video che ritraeva il presunto protagonista dell’attacco all’azienda agricola e fattoria didattica di Elena e Daniele Leso a San Giovanni Lupatoto, dove era stata uccisa un’asinella di venti giorni ed era stata ferita la madre, non ha sciolto i dubbi se si tratti di lupo o cane. Ancor più in questo caso, dove non sono disponibili immagini dei predatori, gli agenti della polizia provinciale sono cauti nell’attribuire la responsabilità.

 

La presenza del lupo in pianura non è comunque da escludere, come sottolineano a più voci gli esperti, sebbene il video girato dopo la predazione a San Giovanni non abbia potuto sciogliere i dubbi perché registrato da lontano, a una definizione troppo bassa e in ore notturne. Va detto però che l’atteggiamento dell’animale era quello tipico del lupo, anche se la certezza arriverà solo dal confronto con le analisi genetiche. Ricordiamo che già lo scorso anno, nella zona di Castel d’Azzano, c’era stata una predazione su ovini e anche allora la polizia provinciale non aveva potuto appurare con certezza la natura del predatore, classificando pure in quel caso l’episodio come opera di canide. È comunque un dato che il lupo sia specie in espansione non più solo sulle valli alpine, come testimoniano i numerosi avvistamenti in piena pianura, dalle province di Piacenza, Cremona e Mantova.

 

«Stanno tornando i lupi in pianura per lo stesso fenomeno che è successo sugli Appennini», sottolinea il biologo Enrico Ferraro. «Anche là, dopo aver saturato le zone montane e boscate, i predatori sono scesi nelle aree collinari, arrivando alla fine in pianura». «Essendo un animale territoriale, il lupo non si insedia dove già ci sono altri suoi simili ed è naturalmente portato all’espansione verso territori liberi». È una condizione inevitabile e il Wolf Apennine Center (Centro interregionale per la gestione del lupo) ha ritenuto indispensabile una corretta informazione per gli allevatori di pianura, che verranno sempre più a contatto con questo fenomeno, realizzando un vademecum sulle buone pratiche da rispettare nelle aree antropizzate in cui è previsto essenzialmente, oltre alle recinzioni per gli animali di taglia più piccola o più indifesi, anche di evitare l’abbandono di carcasse da smaltire o cibo per gli animali domestici che possa essere a disposizione anche per i selvatici.

 

I lupi che nascono e crescono in ambienti antropizzati mostrano generalmente un minor timore ad avvicinarsi alle abitazioni, ma anche nei confronti degli autoveicoli e delle macchine agricole. Per questa ragione può capitare di vederli più facilmente dei lupi in ambiente alpino, ma sono da segnalare ai carabinieri forestali o polizia provinciale comportamenti confidenti e va evitato assolutamente di offrire cibo. È considerato confidente un lupo che tollera ripetutamente la presenza di persone entro una ventina di metri, o che si avvicina attivamente e ripetutamente alle persone all’interno di questa distanza.

Vittorio Zambaldo

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