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Piscine, zero possibilità di accordo

Il centro sportivo Garofoli di San Giovanni Lupatoto, chiuso dal 10 marzo
Il centro sportivo Garofoli di San Giovanni Lupatoto, chiuso dal 10 marzo
Il centro sportivo Garofoli di San Giovanni Lupatoto, chiuso dal 10 marzo
Il centro sportivo Garofoli di San Giovanni Lupatoto, chiuso dal 10 marzo

È ufficiale: non c'è possibilità di accordo fra l'amministrazione comunale di San Giovanni Lupatoto e la In Sport, gestore del cento sportivo Garofoli (piscine e palazzetto di viale Olimpia): si darà corso alla riconsegna dell'impianto al Comune, che ne è proprietario. A dare consulenza agli uffici comunali per il passaggio di mano, sarà un esperto del settore. Queste tre novità emergono dal provvedimento comunale con il quale si attribuisce l'incarico all'esperto. Perché niente accordo fra gestore e Comune? La delibera non lo dice precisamente ma ripercorre la vicenda e lascia chiaramente capire che non è stato possibile raggiungere un accordo economico. Tutto inizia il 10 marzo quando piscine e palazzetto chiudono a seguito dell'emergenza epidemiologica (e da allora le due strutture non hanno mai più riaperto). Il 17 giugno la In Sport fa pervenire all'amministrazione comunale una richiesta di riequilibrio economico-finanziario della concessione, legata a diversi fattori, non tutti imputabili, secondo il comune, al periodo emergenziale. Amministratori e funzionari del Comune si mobilitano e scrivono alla società milanese «manifestando la disponibilità a valutare una revisione del piano, nel pieno rispetto delle disposizioni sia di carattere generale del codice degli appalti sia di carattere speciale, legate all'emergenza coronavirus». MA IL 4 AGOSTO la In Sport comunica il recesso dal contratto e conseguentemente la volontà di non proseguire nel rapporto di concessione, attribuendo all'Amministrazione Comunale la responsabilità del mancato accordo («rea» in sostanza di non voler sborsare la forte somma chiesta). Fra la fine di agosto e i primi giorni di settembre ci sono una serie di incontri (almeno tre) tra i funzionari comunali e i tecnici di In Sport per approfondire se sussistano le condizioni per riavviare le attività del centro sportivo o verificare la possibilità di procedere con un recesso consensuale per eccessiva onerosità (possibilità prevista dalle nuove regole introdotte a seguito dell'epidemia da Covid-19). Non si arriva però a una soluzione condivisa e la giunta comunale, nella seduta del 15 settembre prende atto della impossibilità di sancire, attraverso un accordo, il riequilibrio economico finanziario della concessione, Tenendo conto della richiesta di recesso della In Sport, gli uffici vengono invitati dalla giunta «a procedere speditamente con le operazioni di riconsegna del centro natatorio». Il 25 settembre la In Sport conferma, a seguito della corrispondenza intercorsa tra le parti e agli incontri tecnici, «la volontà di non proseguire nel rapporto concessorio, fatta salva ogni azione di rivalsa». La verifica dello stato degli impianti non è cosa semplice. Occorre controllare sia le opere impiantistiche che le condizioni della struttura, oltre alle verifiche dello stato di manutenzione dell'immobile. Il Comune decide così di avvalersi del supporto di un professionista «in possesso di specifiche competenze di carattere tecnico, economico finanziario, amministrativo, organizzativo e legale e dotato di adeguata polizza assicurativa contro i rischi professionali, il quale possieda una conoscenza approfondita di tutta la normativa in materia di opere impiantistiche». In pratica si tratta di un ingegnere di Verona che già due anni fa collaborò con il Comune di San Giovanni Lupatoto quando l'ente rientrò in possesso del centro natatorio di viale Olimpia reso disponibile dal precedente gestore (che aveva perso la gara di appalto vinta dalla In Sport) e quando lo stesso centro venne consegnato alla società che ora se ne va. •

Renzo Gastaldo

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