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Piscina, la riapertura non è vicina

Il Centro sportivo Garofoli: è chiuso FOTO DIENNE
Il Centro sportivo Garofoli: è chiuso FOTO DIENNE
Il Centro sportivo Garofoli: è chiuso FOTO DIENNE
Il Centro sportivo Garofoli: è chiuso FOTO DIENNE

Invocata a gran voce - e con molti interventi sulla pagine locali di facebook - sembra ormai vicina la riapertura del centro sportivo Garofoli, di viale Olimpia, con le sue piscine all’aperto. Vicina ma non imminente. Una frase del vicesindaco e assessore allo sport Fulvio Sartori fotografa la situazione: «Vediamo il traguardo ma non ci siamo ancora arrivati». L’amministrazione comunale, infatti, sta incontrando spessissimo la società In Sport, gestore dell’impianto, e tutto lascia credere che l’innalzamento della saracinesca delle piscine sia cosa abbastanza prossima. Molti lupatotini (e non, visto che piscina e centro sportivo sono frequentati anche da chi proviene da fuori comune), hanno sollecitato il ritorno in funzione dell’impianto, dopo quasi cinque mesi di stop, visto che questa è uno delle poche strutture sportive rimaste, nel post Covid, non accessibili in provincia. Il vicesindaco delinea la situazione. «Lo scoglio sono le disposizioni per il contenimento del Covid-19, in particolare il contingentamento degli accessi, che renderebbe antieconomica l’apertura al gestore. La legge glielo consente, ammettendo le cause di forza maggiore. Si sperava in un allentamento delle misure entro la fine di giugno ma il comitato scientifico nazionale ha rinviato ogni decisione a dopo il 15 luglio». Il gestore, per obbligo di legge, deve garantire lo spazio interpersonale ai clienti, e questo significa contingentare gli ingressi e gli incassi sarebbero perciò ridotti. «Vista la situazione, la settimana scorsa, il Comune ha chiesto formalmente al gestore di riaprire comunque l’impianto», continua il vicesindaco. «Il gestore ci ha risposto che è disposto ad riattivare l’impianto solo se le condizioni della gara d’appalto per la gestione saranno riviste. Si sta quindi cercando un accordo fra amministrazione e gestore della piscina per metterlo in condizione di riaprire», aggiunge l’assessore Sartori. «Gli incontri di concertazione per trovare un accordo fra le parti sono in corso, bisogna avere pazienza. Mi sto occupando giornalmente di questo problema: aprire la piscina è un obiettivo comune». Una delle richieste che il gestore fa al Comune per riaprire è il versamento di una cifra, un importo che compensi i mancati introiti. L’amministrazione e i dirigenti comunali, però, prima di avvallare la richiesta vogliono capire come si sia arrivati alla somma reclamata. Di qui il braccio di ferro. Il vicesindaco Sartori smorza i toni. «Le parti in causa hanno entrambe interesse che il centro sportivo torni al più presto in piena attività: il Comune, che è proprietario e vuole mettere l’impianto di nuovo a servizio delle cittadinanza, e il gestore che è interessato a mantenere i frequentatori di piscina e palestre, e la cittadinanza che in queste giornate estive chiede di avere un luogo di benessere». I lupatotini però sembrano poco interessati alle lungaggini degli accordi: rivogliono le piscine. «Le altre piscine di Verona e provincia accolgono chiunque, senza limite di ingressi, con misurazione della temperatura e registrazione di nome e telefono, mascherina fino agli spogliatoi, nessuna cabina ma panche e attaccapanni, pulizie e in genere tutto piuttosto agile. Ci vuole tanto a fare a San Giovanni la stessa cosa?», scrive su facebook una signora che dice di frequentare parecchi impianti sportivi. «I cittadini e le cittadine si rivolgono al Comune appunto perché cittadini e cittadine e l’amministrazione ha il dovere di dare risposte chiare su modi e tempi», aggiunge un residente. «Un centro natatorio non è meno importante di una rassegna teatrale o di una festa in piazza. Una cittadina di oltre 25 mila abitanti deve far funzionare il proprio centro natatorio». In uno dei post più critici si legge: «Il blocco viene dal Comune. Chi ha in appalto la struttura incrocia le braccia e dice “o mi date soldi o tengo chiuso”, quindi la responsabilità cade sul Comune. Comunque l'appalto scade a dicembre e spero che al prossimo giro si facciano scelte più intelligenti, privilegiando società locali». •

Renzo Gastaldo

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