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Est Veronese

Allarme patina bianca sull’Alpone. La denuncia della consigliera e le analisi di Arpav

Cristina Guarda: «È necessario ribadire l’urgenza di politiche regolatorie pubbliche che obblighino le aziende a utilizzare il ciclo chiuso, depurando e riusando l’acqua in loco, vietando qualsiasi scarico nei fiumi»
Cristina Guarda  davanti al letto dell’Alpone, visibile la striscia bianca
Cristina Guarda davanti al letto dell’Alpone, visibile la striscia bianca
Cristina Guarda  davanti al letto dell’Alpone, visibile la striscia bianca
Cristina Guarda davanti al letto dell’Alpone, visibile la striscia bianca

Una «lingua» bianca lunga chilometri e larga poco meno dell’alveo del torrente Alpone, tra Montecchia di Crosara e San Giovanni Ilarione (VR): saranno i risultati delle analisi, in corso di effettuazione da parte dei tecnici della prevenzione dell’Arpav, a chiarire cosa sia quella patina bianca depositata nel greto del fiume.

I prelievi del materiale lapideo coperto da questo materiale sono stati effettuati venerdì, da parte dei tecnici di Arpav, dopo la segnalazione fatta dalla consigliera regionale di Europa verde Cristina Guarda all’Arpav e al Comune di Montecchia di Crosara.

La scoperta e la denuncia

«La scorsa settimana, su segnalazione di alcuni residenti, ero venuta in sopralluogo. A prima vista sembra addirittura che fosse stata posizionata ghiaia bianca in alveo. In realtà», spiega Guarda, «le pietre sono candide solo in superficie, dove si è formata una patina bianca granulosa. A quel punto ho voluto capire un po’ meglio e da Montecchia ho risalito il fiume: questo fenomeno è assolutamente visibile a Vestenanova, sulla sinistra del paese, ma anche a San Giovanni Ilarione. Qui la cosa è un po’ più sfumata perché nel torrente scorre acqua e c’è quindi un’azione di dilavamento, ma la presenza di questa sostanza bianca è comunque osservabile».

La situazione più eclatante si trova tra San Giovanni Ilarione e Montecchia di Crosara dove, fino al ponte di località Schioppo, il letto del fiume presenta al centro una lunghissima lingua completamente bianca. «Mi preoccupa molto sia l’estensione del fenomeno in termini di chilometri che quella in termini di superficie del letto del fiume», spiega Guarda, anche ieri sul posto per verificare la situazione, «è una copertura compatta anche al netto del lievissimo dilavamento dopo la poca pioggia caduta nei giorni scorsi. Confido in un rapido esito delle analisi per chiarire cause e responsabilità».

Legge per il riutilizzo dell'acqua

Proprio domani il calendario ricorda che si celebra la Giornata mondiale dell’acqua: «È necessario ribadire l’urgenza di politiche regolatorie pubbliche che obblighino le aziende a utilizzare il ciclo chiuso, depurando e riusando l’acqua in loco, vietando qualsiasi scarico nei fiumi», sottolinea Guarda che ipotizza scarichi produttivi all’origine del fenomeno, «diversamente continueremo a vedere abusata l’acqua, anche quella del Torrente della Val d’Alpone, per nascondere con la diluizione il problema di scarichi e lavorazioni: l’acqua circola e sposta solo i problemi da un’altra parte, danneggiando ecosistemi, cibo e salute».•.

Paola Dalli Cani

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