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Negrar, due ricoverati Si lavora già nelle tende

Le tensostrutture all’esterno dell’ospedale di Negrar FOTO PECORA
Le tensostrutture all’esterno dell’ospedale di Negrar FOTO PECORA
Le tensostrutture all’esterno dell’ospedale di Negrar FOTO PECORA
Le tensostrutture all’esterno dell’ospedale di Negrar FOTO PECORA

Lorenza Costantino Due sessantenni non veronesi, un uomo e una donna, sono ricoverati all’ospedale «Sacro Cuore Don Calabria» di Negrar per positività al Coronavirus. E da ieri, fuori dall’ospedale stesso, è stato attivato il pre-triage: le tensostrutture della protezione civile per accogliere in un percorso dedicato, e separato, coloro che si rivolgono al pronto soccorso con sintomi influenzali. La Regione nel frattempo ha disposto che i tamponi svolti dagli ospedali dell’Ulss 9 vengano tutti portati al laboratorio di microbiologia del Sacro Cuore Don Calabria per l’esecuzione del test per la ricerca diretta di Sars-CoV-2; ciò ad eccezione dell’Azienda ospedaliera di Verona, che opera in autonomia. TAMPONI. L’Irccs di Negrar, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, ospedale privato e no profit, rientra tra le sette strutture della rete ospedaliera veneta qualificate ad eseguire questo esame. E, in quanto tale, l’ospedale «è totalmente allineato alle disposizioni regionali e ministeriali in materia di Coronavirus», fanno sapere dalla direzione del Sacro Cuore Don Calabria, aggiungendo: «L’Ospedale è costantemente in collegamento con le altre strutture del territorio veneto, e in particolare dell’Ulss 9, e svolge l’attività di una struttura sanitaria dotata di un reparto di Malattie Infettive». RICOVERI. Due erano, fino a ieri sera, le persone ricoverate all’ospedale di Negrar per Coronavirus. Le generalità dei pazienti sono ovviamente coperte da privacy; la struttura comunica che «si tratta di un uomo e una donna di circa 60 anni, posti in isolamento nel dipartimento di Malattie infettive e tropicali». E un’altra persona «è in attesa dei risultati del test. Tutti e tre provengono da fuori provincia». Per l’emergenza epidemiologica da nuovo Coronavirus il Sacro Cuore Don Calabria ha messo a disposizione della Regione, in caso di necessità, due posti di terapia intensiva, e altri quattro saranno predisposti nei prossimi giorni. Nove i posti nel dipartimento di Malattie infettive. PRE-TRIAGE. Dalle 14 di ieri, all’ospedale di Negrar sono entrate in funzione le due tensostrutture allestite nei giorni scorsi dai volontari della Protezione civile per garantire un percorso separato ai pazienti con sindrome influenzale che si rivolgono al pronto soccorso. Le tende sono riscaldate, dotate di luce, linea telefonica e postazione pc. Una delle tende ha funzione pre-triage per valutare i sintomi dei pazienti. Sulla porta del pronto soccorso è stato collocato un cartello informativo in cui è raccomandato a chiunque presenti febbre, tosse o sintomi respiratori di non entrare, ma di recarsi nella tenda collocata di fronte al pronto soccorso. Qui un infermiere prendendo in carico il paziente per gli accertamenti previsti per l’infezione CoVID-19: visita, esami del sangue e radiografia del torace, che sono effettuati in un ambulatorio adiacente al pronto soccorso, ma lontano dalla sala di attesa e dagli ambulatori del Servizio. In attesa dei referti i pazienti sono fatti accomodare nella seconda tenda. IN VALPOLICELLA. Il titolare della Cooperativa di Pedemonte, il locale chiuso in seguito alla positività dell’uomo al test del Coronavirus, resta in isolamento fiduciario insieme ai suoi familiari nella sua abitazione di Sant’Anna d’Alfaedo. Le sue condizioni non necessitano, al momento, di ricovero, e anche gli altri componenti della famiglia stanno bene. Nel frattempo, l’Ac Gargagnago ha comunicato al comitato provinciale della Figc che un proprio giocatore è stato sottoposto alla misura della quarantena a casa propria, in quanto venerdì scorso è entrato in contatto con una persona risultata positiva al Coronavirus. Il ragazzo ha poi fatto allenamento con la squadra. È stato chiesto di sospendere, perciò, la partita Gargagnago-Lazise in programma per l’8 marzo a Sant’Ambrogio (seconda categoria, girone A). L’INFETTIVOLOGO. Il primario delle Malattie infettive di Negrar, Andrea Angheben, spiega: «Il rischio di contagio è reale quando si sosti a stretto contatto, quindi per più di 15 minuti a meno di un metro di distanza, con una persona affetta dal virus. La maggior parte dei casi, infatti, sono legati alla famiglia o agli operatori sanitari». È il Sisp (Servizio di igiene e sanità pubblica) a tenere il monitoraggio e decidere l’eventualità di test svolti a domicilio. Continua il primario delle Malattie infettive: «Una persona che sappia di essere stata a stretto contatto con un malato di Coronavirus, oppure una che manifesti sintomi influenzali, può chiamare i numeri predisposti dalla Regione e il proprio medico di base, che gli diranno come comportarsi, e se sia il caso di rivolgersi al pre-triage. Cosa ci aspettiamo a questo punto? Di raggiungere il picco e di vedere poi una diminuzione, come sta avvenendo in Cina». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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