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L'avventura di «Meteo4 Verona»

Nati sotto il segno del meteo: i ragazzi veronesi che scrutano il cielo (e lo raccontano)

L'avventura di «Meteo4 Verona»
Stefania Battistella, Davide Mantovani e Simone Buttura
Stefania Battistella, Davide Mantovani e Simone Buttura
Stefania Battistella, Davide Mantovani e Simone Buttura
Stefania Battistella, Davide Mantovani e Simone Buttura

Nevica o no? Si ghiacceranno le strade? E soprattutto: quanto sono affidabili le previsioni che leggiamo in giro? Per rispondere a queste e (molte) altre domande, a Verona si sono fuse su Facebook alcune realtà amatoriali, ma estremamemente scrupolose e affidabili. Le pagine dell’associazione «Estremi di Meteo4», fondata da Emilio Bellavite nel 1948, dell’associazione «MeteoMonteBaldo» che si occupa dell’osservatorio meteorologico più alto del veronese al Rifugio Fiori del Baldo, e di «Meteo Verona» si sono unite sui social dando vita a Meteo4 Verona, che ogni giorno racconta il meteo previsto sulla nostra provincia, con foto, mappe, isobare e spiegazioni estremamente chiare e dettagliate. Ottomila ad oggi i follower. Abbiamo incontrato tre dei volontari che se ne occupano: per un motivo o per l’altro, tre «predestinati» della meteorologia.

 

LA NEBBIA? IO LA AMO!

«“Basta, vai a letto che domani devi andare a scuola!“ E io niente, se nevicava passavo la notte in piedi a guardare scendere i fiocchi sotto la luce dai lampioni». L’unica donna del gruppo si chiama Stefania Battistella, ha 32 anni, fa l’impiegata ed è mamma da poco più di sei mesi. Ricorda nitidamente la grande nevicata di Santa Lucia 2001, da buona legnaghese, oltre alla neve adora la nebbia e il freddo: «Da piccola prendevo l’annaffiatoio e bagnavo tutta la corte, e stavo lì a guardare finché si congelava...». Quando c’è qualche possibile precipitazione passa il tempo a messaggiarsi con il fratello, altro «malato» di meteo. «Con i primi computer smanettavo sui siti di meteo dove si potevano fare domande agli esperti». Poi fra gruppi facebook e whatsapp l’incontro con i suoi compagni di meteo-avventura.

 

PER SANTA LUCIA? UN TERMOMETRO!

Lo dice con un misto di orgoglio e timore reverenziale: «Sono il pronipote di Emilio Bellavite». Il ventenne Davide Mantovani è cresciuto nel mito della leggenda del meteo veronese: penna, volto e bacchetta attesi come un oracolo per programmare week-end e vacanze. «Mi ricordo quando mi ha mostrato la capannina che aveva sopra casa sua, in via Pescetti in Valdonega», racconta, «e fin dalle prime Santa Lucia chiedevo termometri, perché volevo capire perché piovesse, che temperatura ci fosse fuori...». Studia economia del turismo a Brunico e la sua passione non si è quietata, anzi: a casa sua al Saval ha allestito una stazione meteo «domestica» e ha fondato la pagina facebook «Meteo Verona», prima di incontrare Simone e gli altri e di fonderla con Meteo Monte Baldo ed Estremi di Meteo 4.

 

SMETTILA DI GUARDARE FUORI!

La passione per la meteorologia ha portato Simone Buttura a studiare ingegneria ambientale a Trento («c’era anche a Padova, ma in Trentino nevica di più!»). Ha 24 anni e abita alle Golosine. «A scuola le maestre mi tiravano giù le tende perché non guardassi fuori». Poi, frequentando i siti specializzati, «mi chiedevo perché ogni portale avesse una previsione diversa». L’obiettivo è quello di fare la magistrale in meteorologia a Innsbruck e intanto si dedica alle previsioni su Meteo4 Verona, studiando i modelli previsionali su internet ma anche sul campo, dalla stazione meteo sul balcone di casa alla«mitica» dolina di Malga Malera, la «busa» in Lessinia monitorata da Estremi di Meteo 4, dove si raggiungono temperature inferiori ai -30.

 

GLI ALTRI «GUARDIANI DEL METEO».

Ma oltre a Stefania, Davide e Simone, la «squadra» di Meteo 4 Verona conta su altri valenti volontari: sono Matteo Miluzio, Angelo Amicarelli, Massimo Merzari, Luca Panziera, Marco Camera, Paolo Donà, Massimiliamo Veronesi e Marco Poltronieri. «Abbiamo una tabella con i turni per le previsioni», spiegano sorridendo, ma convinti. Perché il meteo è una passione dannatamente seria.

 

 

BOX: UN PROVINCIA CON IL NASO ALL'INSU'

«I colleghi mi chiedono consiglio prima di andare in ferie», racconta divertita Stefania Battistella. Perché una cosa la gente comincia a capirla: per avere delle previsioni affidabili, bisogna avere una fonte affidabile. «Ci sono dei siti sensazionalistici che amano marciare sulle aspettative e le preoccupazioni di chi legge», spiega Simone Buttura, «ma le previsioni sono davvero accurate solo fino a due-tre giorni, al massimo fino a cinque in certi periodi estivi. E per tradurre le carte previsionali per zone ben delimitate serve conoscere bene il territorio e le sue caratteristiche». Tipo quello veronese, «protetto» dalla Lessinia e mitigato dal Garda, con il cosiddetto «föhn lessinico» (sul quale ci sono veri e propri studi che meriterebbero un articolo a parte) che è una delle cause della scarsa nevosità della nostra provincia. Verona ha una grande tradizione per la meteorologia: l’eredità di Emilio Bellavite, raccolta sul nostro giornale da Alessandro Azzoni, è portata avanti dalla quarantina di soci di«Estremi di Meteo 4», che organizzano conferenze e hanno un forum molto attivo, mentre sui social trova sfogo con pagine come quelle di Meteo4 Verona o come quella frequentatissima di Meteo Caprino Veronese. Le alluvioni e i grandi eventi meteo, sempre più frequenti negli ultimi anni, hanno fatto drizzare le orecchie ai veronesi e moltiplicato l’interesse sul tema. Con il contemporaneo diffondersi delle allerte meteo emanate dalle istituzioni, protezione civile in primis: «Si parla sempre del concetto di probabilità e autoprotezione del cittadino», commentano i ragazzi, «non è di per sè sbagliata l’allerta, ma manca ancora, fra le persone, la conoscenza sufficiente del proprio territorio per capire quanto si rischia davvero nei singoli casi».

Riccardo Verzè

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