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Incendio divora tubi e ricambi Danni per 30mila euro a Raldon

Raldon: il deposito di pezzi di ricambio della ditta Idro andato a fuoco
Raldon: il deposito di pezzi di ricambio della ditta Idro andato a fuoco
Raldon: il deposito di pezzi di ricambio della ditta Idro andato a fuoco
Raldon: il deposito di pezzi di ricambio della ditta Idro andato a fuoco

Un incendio ha distrutto ieri mattina un magazzino di pezzi di ricambio di una ditta di idraulica in piazza Alcide De Gasperi a Raldon. I vigili del fuoco sono intervenuti nella frazione di San Giovanni Lupatoto con due mezzi ed hanno dovuto impiegare quasi due ore per domare le fiamme che hanno divorato i tubi e i ricambi in plastica stivati nel deposito. Nessun danno alle persone ma il danno è stimato in almeno 30 mila euro di materiali mentre è da verificare se abbiano riportato danneggiamenti la muratura e la struttura portante dell’ immobile che sono di proprietà della famiglia Perdonà, quella del noto deputato Valentino Perdonà (che da qualche mese ha compiuto i 104 anni). Le fiamme sono scoppiate poco dopo le 8 all’interno del magazzino in uso a Daniele De Togni, titolare della Idro, una ditta con otto dipendenti che realizza impianti idraulici. È lo stesso titolare a raccontare lo svolgimento dei fatti: «Alle 7.30 quando gli operai che collaborano con me si sono ritrovati per uscire nei vari cantieri operativi non c’era nessun problema», riferisce. «Io mi sono allontanato qualche decina di minuti dopo per andare in ufficio dove dovevo prendere alcuni moduli per un sopralluogo. Alle 8.10 sono entrato nel cortile e mi sono avvicinato al portone scorrevole del deposito senza notare nulla di particolare. Solo quando ho preso in mano la maniglia per tirare mi sono reso conto che il metallo era molto caldo. Non ho fatto in tempo ad aprire: sono stato investito dalla nuvola di fumo nero». «Subito ho avuto l’istinto di entrare nel deposito per verificare cosa stesse bruciando e per prendere uno dei sette estintori conservato nel magazzino ma per fortuna mi sono trattenuto ed è forse stata la mia salvezza», prosegue ancora De Togni. «Ho immediatamente tolto la corrente dal quadro elettrico posto sul muro esterno del capannone e ho fatto qualche passo indietro per chiamare i vigili del fuoco. Nella concitazione del momento non riuscivo a individuare sul mio telefonino il numero dei pompieri. Così ho chiamato i carabinieri, che mi hanno immediatamente risposto assicurandomi che avrebbero provveduto loro ad avvisare i vigili del fuoco. Così è stato e nel giro di poco più di una decina di minuti i pompieri erano qui». Daniele De Togni guarda sconsolato la massa di residui neri semicolati e bruciacchiati che fino poche decina di minuti prima erano raccordi e tubi. Fra loro residui di ottone e di altro metallo, che il calore delle fiamme ha fuso. «Non riesco a spiegarmi da cosa sia partito l’incendio e ipotizzo una scintilla scattata dal compressore, vicino al quale potevano esserci dei sacchetti in plastica, facile esca dell’incendio», commenta l’idraulico. Qualche indicazione in più potrà venire forse dal verbale dei Vigili del fuoco. Un folla di curiosi si è radunata fra le 8.30 e le 10.30 di ieri nel cortile adiacente alla casa-magazzino, attirata prima dalla alta colonna di fumo che proveniva dal deposito (inizialmente il fumo usciva da una feritoia del tetto) e poi dalla presenza dei mezzi dei Vigili del Fuoco. L’incendio non costringerà la ditta a interrompere l’attività ma ne causerà senz’altro un rallentamento. •

Renzo Gastaldo

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