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In dieci anni altri dieci piccoli non hanno atteso

Bianca Ceschi con mamma Alice Ferrari e papà Giuseppe
Bianca Ceschi con mamma Alice Ferrari e papà Giuseppe
Bianca Ceschi con mamma Alice Ferrari e papà Giuseppe
Bianca Ceschi con mamma Alice Ferrari e papà Giuseppe

Silvia, Bianca, Isacco, Filippo, Mattia, Cristina, Enrico, Liam, Stefano e il fratellino di Diipka, la coraggiosa bambina indiana che a 11 anni ha fatto da interprete alla mamma. Sono i neonati che negli ultimi 10 anni hanno condiviso l’arrivo al mondo avventuroso della piccola Veronica. Sono tutti venuti alla luce nella nostra provincia, portando gioia nelle loro famiglie dopo una buona dose di paura e in alcuni casi segnando un record: qui le loro storie. BUSSOLENGO Tre settembre 2020. Silvia è la primogenita di Dana Vendrasco e Filippo Montanari. Doveva nascere a fine ottobre. I genitori scoprono, dopo un’ecografia a Borgo Trento, che la gravidanza si concluderà prima, si rivolgono alla Pederzoli e a un terzo ospedale fuori regione. Qui Dana viene ricoverata il 31 agosto e spedita a casa. «Mi hanno dimesso nonostante i dolori e una perdita», racconterà. A casa Dana sente dolori e lo stimolo ad andare in bagno ma, dice, «ho visto spuntare la testa di mia figlia, il mio compagno ha preso Silvia in braccio: pesava solo 1 chilo e 700». Dana e Filippo la avvolgono in un asciugamano e chiamano il 118. CERRO Sei novembre 2020. Bianca Ceschi nasce in casa una settimana in anticipo. Racconta mamma Alice Ferrari: «In mattinata ero stata col mio compagno Giuseppe al Fracastoro per un controllo. Poi mi hanno mandato a casa». Alice fa pure una passeggiata, dalle 16.30 contrazioni sempre più forti. «Ho chiamato la nostra amica ostetrica di Erbezzo. Si è messa in auto al telefono». La linea cade nel Vajo dell’Anguilla. Allora Giuseppe chiama il 118: «La testa di Bianca era a un passo dall’uscire, eravamo in panico». Guidato dall’operatore, il papà ritrova il sangue freddo. Conclude: «A Bianca bastavamo noi due». All’arrivo dei sanitari, alle 17, Bianca era con mamma e papà. SANGUINETTO Diciannone luglio 2019. Martedì sera Alice Martini ha le prime avvisaglie del parto e si prepara col marito Marco Adami per andare a Legnago. Ma in pochi minuti le contrazioni diventano fortissime. Alice, che ha altri due maschietti di 4 e 2 anni, si ferma nella merceria che gestisce con la madre al piano sotto. «Ho capito che Isacco voleva nascere subito», racconta. «Questione di pochissimo, mi hanno aiutato mia mamma e mio marito». Quando arriva il 118, c’è solo da tagliare il cordone ombelicale. VILLAFRANCA Sette agosto 2017. Nonostante il Magalini chiuso, Filippo, 3,65 chili, è villafranchese. È nato sul letto di mamma e papà, in via Malpighi, con la nonna improvvisatasi ostetrica. In pochi minuti. Alessandra Cordioli è quasi a fine gravidanza. La madre è con lei, date doglie cerca di farla andare in ospedale ma non c’è tempo. «Alessandra non riusciva a muoversi. Il bimbo aveva già la testa fuori». Il casa c’è papà Michele Tonini, medico. «Con una mano al telefono col 118 e con l’altra faceva nascere suo figlio», racconta nonna Rosaria. Una gran gioia per tutti, compreso il fratellino Tommaso. NOGARA Dieci ottobre 2016. Mattia viene alla luce un lunedì mattina a Nogara, quando ormai dal 1985 - chiuso lo Stellini - nessuno nasce più in paese. Racconta mamma Mara Tosato: «Di notte avevo solo dolori alla schiena. Al mattino mi sono svegliata e sono andata in bagno e in pochi secondi il bambino è uscito. Ho visto le gambine mi sono messa a urlare». Papà Michele Margoni accorre. Emozionato, chiede aiuto a una vicina. «Gli infermieri sono stati meravigliosi», racconta la neomamma. Rarissimo un parto praticamente senza doglie. ZIMELLA Venticinque maggio 2015. Cristina Giusti, tre chili e 300, nasce sul divano alle 7.50 di lunedì a Bonaldo, tra gli sguardi commossi dei genitori, del fratellino Andrea e del personale 118. Al Fracastoro la trentenne rivive i momenti di trepidazione. Domenica Maria, Cristiano e il figlioletto di 4 anni trascorrono una giornata tranquilla. Maria alla sera fa perfino la marmellata di fragole. «Alle sei le prime contrazioni», ricorda. La situazione precipita, chiamata al 118. «Gli infermieri volevano farmi una flebo per rallentare le contrazioni e partire, però ho risposto che non ce l’avrei fatta». Dopo due sole spinte, la testolina della bimba è uscita. COLOGNA VENETA Due settembre 2014. Enrico Manuzzi nasce in ambulanza, nel tragitto tra casa, a Cologna Veneta, e l’ospedale di San Bonifacio. Alessandra Gini al mattino scambia i dolori del parto per un’ influenza, dato che è alla trenatreesima settimana. «Avevo un mal di pancia molto forte, dolori pressanti. Abbiamo chiamato l’ambulanza che in pochi minuti si è presentata». Le contrazioni in viaggio costringono a fermarsi a bordo superstrada. Il Suem guida il giovane infermiere, Alberto, nella gestione del parto. SALIZZOLE Trentun luglio 2014. Liam Carmagnani, terzogenito di Santina De Feo, nasce in casa dopo due ore che è tornata dall’ospedale. Un’esperienza che con papà Loris non dimenticherà. A raccontarla è nonno Giorgio, che abita sotto. «Erano le 9.30 e mia nuora non si sentiva bene, mio figlio l’ha accompagnata all’ospedale. Alle 11 abbiamo saputo che stavano rincasando». «Verso le 13.45», continua il nonno, «Alex, il nostro nipotino di nove anni, ci avvisa che la mamma sta male. Chiamo il 118. Nel frattempo è tornato mio figlio dal lavoro». Loris aiuta la moglie: «Ho preparato gli asciugamani e in qualche minuto il bambino è nato. Me lo sono ritrovato fra le braccia». SAN MARTINO B.A. Quattordici ottobre 2010. I volontari chiamati poco prima dell’alba, alle 5.30, dal 118 per una richiesta d’aiuto in centro a San Martino, si trovano davanti la piccola Diipka, undicenne indiana. Sarà lei a fare da interprete per la mamma (in casa ci sono pure papà Omkar e la sorellina Anat), aiutando a guidarla nel parto. La giovane donna, traduce la piccola, «ha mal di pancia dalle tre del pomeriggio». I volontari la svestono e capiscono che il parto è questione di attimi. Un’ultima spinta e la mamma e ha la gioia di stringere fra le braccia il suo piccolo. CEREA Due settembre 2010. Stefano Ceccato, tre chili e mezzo, nasce in casa da mamma Silvia e vicino a papà Vittorio. Il medico arrivato col 118 trova il piccolo, già pulito, sul petto della mamma. Silvia al mattino con le contrazioni era stata al pronto soccorso di Legnago e rispedita a casa. Poco dopo la chiamata al 118 e il lieto fine. «Non ho pensato a nulla», racconta, «solo a far nascere Stefano». •

FR.MAZ.

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