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Il sindaco difende il taglio al parco

I solchi lasciati dai mezzi usati per il cantiere, chiusosi la scorsa settimana dopo mesi di lavoro
I solchi lasciati dai mezzi usati per il cantiere, chiusosi la scorsa settimana dopo mesi di lavoro
I solchi lasciati dai mezzi usati per il cantiere, chiusosi la scorsa settimana dopo mesi di lavoro
I solchi lasciati dai mezzi usati per il cantiere, chiusosi la scorsa settimana dopo mesi di lavoro

Il sindaco di San Giovanni Lupatoto, Attilio Gastaldello, è sceso in campo per difendere l’operato della società regionale nel batti e ribatti locale sul taglio drastico operato messo in atto da Veneto Agricoltura (con sostanziale devastazione) del parco di Pontoncello. «Non c'è stato taglio errato, la società regionale ha fatto il compito assegnatole e si è trattato di un buon lavoro», ha detto in sostanza domenica scorsa il primo cittadino lupatotino nel corso di una video conferenza facebook dopo che il nostro giornale qualche giorno fa aveva dato notizia del taglio abbastanza improvvido (almeno agli occhi degli abituali frequentatori dell'Adige) di circa 200 piante del bosco planiziale nella golena del fiume. Ma coloro che avevano segnalato all’Arena l'intervento poco rispettoso dell'ambiente restano fermi nel loro giudizio e forniscono a giustificazione delle loro proteste la documentazione fotografica. Gastaldello su facebook ha smentito che la società regionale incaricata abbia errato nel tagliare alberi che non dovevano essere tagliati. «È una notizia non vera e la foto pubblicata non è pertinente perché in quel luogo la spianata era preesistente. Invito i cittadini a visitare il parco: i lavori sono stati eseguiti correttamente. Ho verificato con il professor Facci e con i nostri tecnici che è stato effettuato il compito assegnato sotto il controllo dei nostri uffici. Invito a essere attenti, specie coloro che temono che si siano verificati fatti invece non accaduti» Gli attenti camminatori dell'argine non la pensano allo stesso modo e hanno fatto pervenire ieri al nostro giornale le fotografie dell'attuale stato del bosco di Pontoncello, dopo la «cura» di Veneto Agricoltura, iniziata a fine ottobre 2020 e conclusasi venerdì scorso. Le piante tagliate sono circa 200 e secondo gli osservatori la percentuale di piante verdi (non rinsecchite) è ben superiore al 10 per cento che, secondo quanto ha riferito il professor Roberto Facci (staff del sindaco per le tematiche ambientali nonché presidente del Comitato di gestione del parco di Pontoncello, di cui fanno parte anche rappresentanti dei comuni di Zevio e San Martino Buon Albergo) sarebbe stato a lui dichiarato da Veneto Agricoltura. Ne costituiscono testimonianza sia le ceppaie rimaste sul terreno (circa la metà, a una ricognizione veloce, non evidenziano segni di marciume o di pesante infestazione da insetti) sia i circa 100 tronchi accatastati sul terrapieno dell'argine in direzione della diga Sava dove quasi la metà appare con il legno in buone condizioni. Nessuno ha visto poi preventivamente segnati gli alberi da tagliare. Come di solito si usa. I sentieri interni alla parte lupatotina del parco (circa 100mila metri quadrati sui poco meno di 400 mila complessivi), sia quello denominato «del Lupo» sia quello «dell'Airone» hanno subito gravi danni a causa del passaggio delle trattrici che trascinavano fuori i tronchi tagliati dalle motoseghe. I sentieri fino a qualche mese fa (prima dell'inizio del cantiere, piani e coperti di uno strato di sabbia), sono ora semidistrutti dal passaggio dei trattori e colmi di fango, con avvallamenti profondi anche 50 centimetri. In sostanza i sentieri preesistenti, allargati a dismisura per il passaggio di trattori e camion, sono, «post cura», impercorribili, se non con un mezzo cingolato. Seri danni ha subito anche il percorso riservato ai portatori di handicap in carrozzella, il cui fondo in plastica e sassolini è stato in più punti danneggiato. Il «corridoio verde» di piante che proteggevano questo percorso presenta, a causa del taglio degli alberi, ampi tratti a cielo aperto. Nel tratto di bosco che confina con il punto di sbocco in Adige del Canale raccoglitore al posto delle preesistenti piante alte dai 10 ai 15 metri, c'è una radura deserta. Tutto il bosco presenta infine a terra parti di tronco o pezzi di ramo freschi di taglio o abbandonati da tagli o cadute precedenti. Di fatto non si è provveduto a nessuna pulizia prima di chiudere il cantiere. O forse ci si trova di fronte a nuovi criteri non noti di «coltivazione» del bosco. •

Renzo Gastaldo

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