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Il fratello: «Dovevo essere con lui Ho riconosciuto subito la bici»

Carlo sul luogo del dramma
Carlo sul luogo del dramma
Carlo sul luogo del dramma
Carlo sul luogo del dramma

Il primo ad apprendere la drammatica verità è stato Carlo, uno dei fratelli Rebellin, che aveva ricevuto una telefonata che lo informava che c’era stato un incidente di bicicletta e sapendo che il fratello Davide era nella zona di Montecchio per una sgambata è subito corso sul posto. Carlo avrebbe fra l’altro dovuto uscire in bici con il fratello, ma all’ultimo ha rinunciato. «Ho ricevuto la chiamata e appena sono arrivato sul posto ho riconosciuto subito la bici di Davide. Si era ritirato, ma si allenava tutti i giorni. Sarei dovuto andare con lui oggi, ma poi tra un impegno e l’altro non ce l’ho fatta», ha detto Carlo. «Da quello che si è capito, Davide stava facendo la rotonda e il camion lo ha tirato sotto, andando verso il parcheggio. Non può, il camionista, non essersi accorto di quello che stava succedendo, la bici era distante trenta metri dal corpo», aggiunge il fratello Carlo. Un altro fratello di Davide Rebellin, Simone, è arrivato alla Padana di Montebello quando l’incidente è accaduto da alcune ore. C’è voluto del tempo, da parte dei carabinieri, per individuare le generalità della vittima e per mettersi in contatto con i familiari. Simone si aggirava sconsolato nel grande piazzale. Si è avvicinato al telo verde che nascondeva il corpo del fratello, fermandosi a guardare quello che resta della bici del campione, stritolata dalle ruote del camion. Parla con i carabinieri e telefona ai familiari, che poco dopo lo raggiungono sul luogo dell’incidente. Nessuno riesce a darsi pace. «Mio fratello non c’è più», ripete Simone tra le lacrime. «Davide era venuto a Madonna dalla sua abitazione di Montecarlo per salutare noi e soprattutto la mamma, ancora scossa dopo l’improvvisa scomparsa di papà Gedeone, avvenuta appena qualche mese fa. Lui non riusciva a stare lontano dalla bicicletta e stamattina è partito un’altra volta per fare uno dei suoi soliti giri. È da quando aveva 12 anni che corre su queste strade che lo hanno visto crescere e diventare un campione. Anche dopo aver pedalato per migliaia di chilometri lungo le strade di tutto il mondo, tornava volentieri sulle tracce del suo passato». Per alcuni anni i due fratelli Rebellin hanno formato una formidabile coppia di ciclisti. Mentre Davide ha proseguito la carriera oltre ogni limite prevedibile, Simone ha appeso da anni la bicicletta al chiodo e si è dedicato con successo all’attività di osteopata e fisioterapista. «Davide non aveva ancora deciso di smettere», continua Simone, «solo la settimana scorsa è stato impegnato in un circuito per semi professionisti e aveva ancora qualche uscita in programma, almeno fino alla fine dell’anno. Era in contatto con un’azienda vicentina che produce biciclette e, tra i motivi della sua venuta a Lonigo, c’era anche quello di incontrare i suoi partner», conclude il fratello.•. L.Z.

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