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Il Film Festival omaggia l’opera di Dino Coltro

Un giovane Dino Coltro con attrezzi agricoli d'altri tempi
Un giovane Dino Coltro con attrezzi agricoli d'altri tempi
Un giovane Dino Coltro con attrezzi agricoli d'altri tempi
Un giovane Dino Coltro con attrezzi agricoli d'altri tempi

A celebrare la memoria di Dino Coltro, scrittore e ricercatore storico lupatotino, ci pensano più la cultura e i festival di film di profilo internazionale che non il comune dove ha risieduto per oltre quarant'anni. La dimostrazione viene dalla retrospettiva che il Film Festival della Lessinia gli dedicherà martedì 23: si intitola titolo “Dino Coltro, narratore del mondo contadino”. Lo scrittore verrà ricordato con una mostra che presenterà gli aspetti più significativi della sua figura e delle sue opere. Inoltre testimonierà il suo impegno per il riscatto sociale e salariale dei contadini, a partire dall'esperienza educativa della corte zeviana di Rivalunga e dall'attivismo nelle Acli per combattere l'estrema povertà ancora diffusa nelle campagne veronesi degli anni Cinquanta. L’iniziativa «Abbiamo accettato volentieri l'iniziativa di Alessandro Anderloni e della casa editrice Cierre che si è molto prestata ed abbiamo collaborato, come famiglia, dando la nostra massima disponibilità», dichiara Stefano Coltro, figlio di Dino. «Del resto ci siamo rendendo sempre più conto che il profilo di scrittore e ricercatore di Dino aumenta nel pubblico e fra gli esperti di anno in anno e l'interesse verso di lui cresce continuamente nonostante siano trascorsi ormai tredici anni dalla scomparsa», continua Stefano Coltro, che è costantemente impegnato in progetti di diffusione e condivisione del grandissimo patrimonio culturale costituito dagli studi paterni. «Dino Coltro», continua Stefano Coltro, «è conosciuto e “riconosciuto” come massima autorità della civiltà contadina non solo tra le persone che hanno vissuto in quel mondo, ma anche tra i giovani appassionati del mondo dei campi. Anche l'encomiabile iniziativa del Film Festival muove in questa direzione», conclude. Dino Coltro (nato nel novembre 1929 a Stra' di Coriano e spentosi nel luglio 2009 a Verona) ha dedicato tutta la vita a raccogliere dalla voce dei contadini della Bassa, i modi di dire, le massime, i proverbi, le filastrocche, le ninne nanne, le fiabe, gli aneddoti, le storie, le tecniche di lavoro, la cultura materiale e spirituale. Ha raccolto tutto questo mondo in svariati libri e ne sono risultati testi straordinari, preziosissimi affreschi di un mondo temporalmente abbastanza vicino, ma allo stesso tempo sempre più lontano. Il passaggio Coltro, che ha conosciuto personalmente il passaggio dalla stalla alla scuola, rivendicando il valore della cultura contadina, l'ha infatti raccontata in volumi straordinari tra i quali “I leori del socialismo (1973), “Paese perduto” (1975-1978), “Mondo contadino” (1982), “La nostra polenta quotidiana” (1989), “La terra e l'uomo” (2006), tutti pubblicati o riediti da Cierre edizioni. L'appuntamento di martedì prevede tre interventi. Il primo contributo sarà di Danilo Gasparini, storico dell'agricoltura, che ricostruirà i fatti e gli eventi che hanno interessato le campagne venete tra la fine dell'Ottocento e l'esodo del secondo dopoguerra. Seguirà l’intervento di Marco Girardi, bibliotecario e spesso compagno di ricerche dell'autore lupatotino, che riferirà sul Coltro testimone, che affina la propria capacità di ascolto per dare spazio all'esperienza concreta di donne e uomini. Concluderà Daniela Perco, antropologa, che porrà l'accento sull'importanza del patrimonio della tradizione orale (specialmente fiabe e leggende), raccolto da Dino Coltro, nel panorama della favolistica veronese e veneta. •. R.G.

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