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I più beati tra le donne? A Brenzone

«Nordic walking» in dolce compagnia sul lungolago di BrenzoneScuola d’italiano per stranieri
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La provincia di Verona è sempre più anziana ma anche più istruita, sebbene risulti meno attrattiva per gli stranieri rispetto al passato. Di certo cresce, con una popolazione che di anno in anno aumenta. Ha 24mila abitanti in più del 2011, con una crescita che, da allora, è stata del 3,3 per cento: la più alta nel Veneto. I dati dell’ultimo censimento Istat, pubblicati nei giorni scorsi, fotografano una provincia dinamica, dove anche piccoli Comuni vantano dei primati a livello regionale. POPOLAZIONE. Intanto va delimitato il quadro all’interno del quale si manifestano diverse dinamiche. Il rapporto dell’Istat si è focalizzato sull’intero Veneto, mostrando come, rispetto al 2011, i residenti siano aumentati nelle province di Padova, Treviso, Venezia e Verona, diminuendo invece nelle altre. La crescita maggiore è stata rilevata proprio nel Veronese: nei 98 Comuni abitano 924.742 persone, il 3,3 per cento in più del 2011 e il 2 per cento in più del 2018. L’Istat si spinge ancora più in là, al 1951: da quell’anno la popolazione è aumentata in tutte le province venete, ad eccezione di Rovigo e Belluno. L’incremento maggiore si è registrato ancora una volta in provincia di Verona, di 279 mila residenti, pari ad un aumento medio annuo del 5,3 per mille: quello veronese tra l’altro è l’unico territorio a presentare una crescita sistematica di popolazione. Tornando al confronto con il 2011, ecco un altro primato tutto scaligero: in Veneto il Comune che ha registrato il maggiore incremento di popolazione è stato Peschiera del Garda con un aumento di 10,8 residenti ogni 100 abitanti. L’indagine entra poi nel merito della composizione della popolazione. Guardando alle quote di genere, il rapporto di mascolinità, che mette a confronto la percentuale tra il numero di persone di sesso maschile e il numero di persone di sesso femminile (in pratica: è il numero di maschi ogni 100 donne) è di 96,3: il dato più elevato, 120,4 si registra a Ferrara di Monte Baldo che con questo indice conquista anche il primato regionale. All’estremo opposto, troviamo il Comune dove minore è la presenza di maschi, Brenzone dove il rapporto di mascolinità è 86,8, il più basso di tutto il Veneto. Quanto all’età, Verona insieme a Vicenza e Treviso presenta la struttura demografica più giovane: l’età media è 44,6, mentre l’indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra la popolazione over 65 e quella di età compresa tra gli zero e i 14 anni, che in Veneto è passato dal 2011 al 2019 da 144,5 a 179,2, a Verona è di 163,1, il più basso nella regione. STRANIERI. Un focus è dedicato alla presenza di stranieri che oggi sono 106 mila e rappresentano il 22 per cento della popolazione veronese: nel 2018 erano il 21,9 per cento e il 20,6 per cento nel 2011. La crescita è più contenuta rispetto a quella registrata in altre province, sottolinea l’Istat, segno che probabilmente la macchina produttiva e dell’integrazione già prima del Covid iniziava ad incepparsi. Gli stranieri sono distribuiti in tutta la provincia, ma non in modo uniforme: anche in questo caso la provincia scaligera vanta dei primati in Veneto e sono quelli di Nogarole Rocca, Comune con la più elevata percentuale di immigrati (22,7 per cento). Anche tra i Comuni di maggiore dimensione, con più di 20mila abitanti, il valore più elevato si registra nella nostra provincia, a San Bonifacio, dove la percentuale di stranieri è del 17,7 per cento. Come tra gli italiani, anche tra gli immigrati l’età media è più bassa rispetto al resto del Veneto, di 33,4 anni. ISTRUZIONE. Partiamo dal quadro veneto. Dal 2011 sono diminuite le persone con la sola licenza elementare, passate dal 22,3 per cento al 16,9 per cento del totale, e così anche quelle con la licenza media, che dieci anni fa erano il 31,1 per cento e sono diventate il 29,2 per cento. Di contro, è cresciuta l’incidenza dei titoli di studio più alti e non obbligatori: i residenti con un titolo universitario e superiore sono passati dal 10,6 per cento del 2011 al 13,3 per cento all’inizio del 2020. La provincia di Verona, insieme a Padova, è quella con la più elevata quota di residenti con un titolo terziario e superiore; significa che chi ha conquistato una laurea o un diploma Its è il 13,7 per cento della popolazione, mentre il 37,6 per cento ha un diploma di scuola superiore o una qualifica professionale. L’istruzione è strettamente legata al tema dell’occupazione e, anche in questo caso, Verona gioca un ruolo di primo piano: con Vicenza è la provincia con la percentuale di occupazione maschile più elevata, pari al 61,2 per cento. In generale il tasso di occupazione è il più alto del Veneto, quello di disoccupazione, del 9,6, è secondo solo a Vicenza. •

Francesca Lorandi

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