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«I conti dell’azienda non gravino sugli utenti»

I risparmi di Agsm non possono gravare sulla salute dei lupatotini, tanto più se delle due varianti di Ca' del Bue non c'è bisogno. È la posizione del Comitato contro Ca' del Bue che quindi dice «no» al confronto con Agsm per quella che il sindaco Attilio Gastaldello ha definito in Consiglio «la disponibilità a prendere in considerazione tutte le indicazioni illustrate nel ricorso sia a livello della Regione sia di fronte al Tar». «Considerate le 23 illegittimità denunciate nell’istanza cautelare al Tar riteniamo che ora, con permesso di costruire già rilasciato, aggiudicazione dell’appalto avvenuta e udienza al Tar fissata, una negoziazione con Agsm-Aim sia decisamente inopportuna e impraticabile. Gli interessi delle parti sono diametralmente opposti. In sintesi, il Comune deve tutelare la salute dei lupatotini dai rischi peraltro ventilati dalla stessa Regione nel decreto 938/2020 dove si afferma: «Ritenuto che gli elementi forniti per la valutazione dell’impianto di essiccazione non siano sufficienti a escludere potenziali impatti negativi e significativi sull’ambiente o sulla salute umana…». In effetti le emissioni in atmosfera di due camini da 58.000 mc/ora di portata, con un apporto di inquinanti non trascurabile (composti organici volatili, ammoniaca e acido solfidrico), aggraveranno evidentemente una situazione locale dell’aria del nostro paese già compromessa. I risparmi di Agsm-Aim non possono gravare sull’aria respirata dai polmoni dei lupatotini», dicono a nome del Comitato Paolo Pasqualini e Piero Mozzo. «Inoltre intendiamo ribadire l’assoluta inutilità dell’impianto in relazione alle esigenze di smaltimento dei rifiuti organici. Infatti, secondo i dati riportati da Arpav, nella Regione Veneto sono state prodotte nel 2020 circa 700mila tonnellate di rifiuto organico, tra frazione organica e verde, a fronte di una potenzialità di trattamento di tali rifiuti da parte degli impianti attualmente autorizzati che è pari a 1.456.000 tonnellate/anno. In questa situazione, un nuovo impianto di trattamento dovrà presumibilmente cercare di alimentarsi con rifiuti provenienti da fuori regione per giustificare la propria sostenibilità economica. Ciò significa che Agsm ha un ritorno economico, si risolvono i problemi di smaltimento di altre regioni e l’impatto ambientale è a carico della comunità di San Giovanni Lupatoto. Questo è francamente inaccettabile e contrario a ogni logica di buona pratica ambientale», dice il Comitato. R.G.

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