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I camping puntano su metà giugno

Interno del  camping:  difficile spiegare a chi arriva dall’estero l’obbligo della mascherina anche all’esterno Giovanni Bernini, presidente di Assogardacamping FOTO PECORA
Interno del camping: difficile spiegare a chi arriva dall’estero l’obbligo della mascherina anche all’esterno Giovanni Bernini, presidente di Assogardacamping FOTO PECORA
Interno del  camping:  difficile spiegare a chi arriva dall’estero l’obbligo della mascherina anche all’esterno Giovanni Bernini, presidente di Assogardacamping FOTO PECORA
Interno del camping: difficile spiegare a chi arriva dall’estero l’obbligo della mascherina anche all’esterno Giovanni Bernini, presidente di Assogardacamping FOTO PECORA

I campeggi del lago di Garda aspettano i turisti stranieri. Intanto si preparano ad accogliere gli ospiti con le nuove regole imposte dall’ultimo decreto Conte di domenica scorsa e «riadattate» dalle linee guida delle Regioni. In queste ore si lavora senza interruzione alla pulizia e alla sanificazione di ogni angolo delle strutture ricettive, che fino a inizio di questa settimana erano rimaste blindate, con i gestori autorizzati ad effettuare solo la cura del verde e qualche minima manutenzione. La vera scommessa sarà però traguardare il 3 giugno, quando la mobilità nazionale verrà riaperta così come i confini di Stato e gli appassionati del lago, italiani ma soprattutto stranieri, potranno ricominciare a programmare le loro vacanze. «In teoria», spiega infatti il presidente di Assogardacamping, Giovanni Bernini, titolare del camping Du Parc di Lazise, «potremo riprendere l’attività da subito. Ma mancano gli ospiti. Inoltre, dobbiamo adeguarci ad una nuova forma di accoglienza, soggetta a vincoli e restrizioni». LE RESTRIZIONI Con disposizioni nel complesso non proprio facili da far digerire a chi arriva con tanta voglia di vacanza in libertà. È il caso della maggior parte dei clienti delle strutture ricettive all’aria aperta che parlano soprattutto tedesco, inglese e olandese. Oltre l’80 per cento degli utenti dei camping, infatti, non è italiano. Si tratta di una pattuglia numerosa, che l’anno scorso ha totalizzato 5,6 milioni di pernotti, contro i 3,6 milioni di presenze in hotel, con una media di una settimana di vacanza trascorsa in riva al Benaco. LE RICHIESTE In queste ore alle strutture arriva qualche telefonata da parte di chi chiede informazioni o azzarda qualche prenotazione. Per gli stranieri le incognite sono ancora molte: poche ore fa il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha definito «irresponsabile, alla luce dei dati epidemiologici» la possibile riapertura dei confini con l’Italia. Decisione che, se mantenuta, impedirebbe ai clienti tedeschi di raggiungere il Garda con la propria auto. Tra i camping c’è chi aprirà all’inizio del prossimo mese, ma la maggior parte, in particolare le strutture più grandi, ricominceranno ad accogliere gli ospiti dalla metà di giugno. CONTRADDIZIONI «I problemi sono pratici: dovremmo vigilare sull’uso della mascherina in tutti gli spazi comuni. Ciò significa che appena un cliente esce dalla piazzola di sosta o dalla casa mobile per raggiungere l’area ristorazione, le piscine o i bagni, deve indossare il dispositivo di protezione, anche nei camping dove ogni percorso è all’aria aperta», ragiona Bernini. «Chi arriva dalla Germania o dalla Svizzera, dove la mascherina non si porta, penserà di essere arrivato in un posto ad elevata possibilità di contagio e probabilmente si spaventerà», osserva il presidente di Assogardacamping. «Chi vorrà andare in spiaggia, si dovrà spostare indossando la protezione: ma poi per fare il bagno dove la potrà lasciare? Sto pensando ad installare degli appendini ma così facendo le mascherine rimarranno vicine. Non so se sia la soluzione giusta», si interroga. «Mi auguro che dal primo giugno il presidente della Regione, Luca Zaia, come promesso, tolga l’obbligo», dice. ASSEMBRAMENTI I gestori dei campeggi dovranno anche vigilare che nelle strutture non si formino assembramenti. In caso di controlli, si rischia persino la chiusura del camping. «Questa secondo noi rappresenta un’altra criticità perché si dovrebbe esercitare un controllo sulle abitudini degli ospiti che risulta poco gradevole oltre che difficilmente attuabile», prosegue Bernini. SANIFICAZIONI Meno problemi sembrano invece provocare le misure, molto severe di sanificazione continua introdotte dall’ordinanza regionale, che devono essere rispettate in tutte le aree comuni: bagni, aree ristorazione e piscine. In questi ultimi due casi valgono le regole prescritte ai ristoranti e agli stabilimenti di balneazione. Per la ristorazione, ad esempio, il distanziamento dei tavoli e l’eliminazione del buffet. Per le piscine, la sanificazione continua di lettini e sdraio a ogni cambio di ospite ed il distanziamento degli ombrelloni. «Una prescrizione, quest’ultima, che quest’anno non sarà difficile far rispettare, considerando che avremo molti meno ospiti rispetto al nostro standard», rileva amaramente Bernini. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Valeria Zanetti

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