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Aspettative deluse

Fondi del Pnrr: i comuni veronesi a secco, ce la fa solo San Bonifacio

Il municipio di San Bonifacio
Il municipio di San Bonifacio
Il municipio di San Bonifacio
Il municipio di San Bonifacio

Ventisei in totale i progetti presentati da 10 Comuni veronesi sopra i 15mila abitanti. Ma a fare l’asso pigliatutto è solo San Bonifacio che vede ammessi a finanziamento tutti e tre gli interventi presentati per un importo di 5 milioni di euro. Il sindaco Roberto Brizzi, a Bussolengo, grande fiducia nelle risorse pubbliche non le aveva e al tempo stesso voleva andare avanti col recupero del suo patrimonio: il milione e 600 mila euro previsto per la ristrutturazione del vecchio caseggiato di fronte alla biblioteca l’ha messo nel bilancio di previsione 2022. E ci dovrebbe andare anche il recupero di Villa Spinola (per 312mila euro), mentre slitteranno al 2023 la rigenerazione e l’ ampliamento della biblioteca (per altri 370mila euro). Complessivamente 2.282.000 euro, che Brizzi contava invece di veder arrivare dal ministero dell’Interno.

Farà lo stesso Attilio Gastaldello, a San Giovanni Lupatoto, a cui sono stati negati i 3.083.245,90 euro per il rifacimento delle piscine di piazzale Olimpia e pure il milione e 716.402,54 euro per sistemare il palazzetto. Idem per gli investimenti da 1.166.486,89 euro richiesti da Sona, per i 3 milioni a cui ambiva Valeggio sul Mincio ed i 690.581,83 euro per cui correva Negrar. A Cerea restano al palo la riqualificazione di via Mantova, la sistemazione dell’ex canonica di San Zeno, gli interventi nell’ex Area Exp, l’adeguamento antincendio dei padiglioni del quartiere fieristico e la ristrutturazione del municipio. Oltre alla demolizione dell’ex scuola di Asparetto, alla riqualificazione dell’ex campo sportivo del capoluogo. Cantieri per oltre 3 milioni di euro di spesa, che il sindaco Marco Franzoni dovrà ora reperire altrove. A bocca asciutta resta anche Verona (che aveva chiesto 20 milioni e che ne ha visto ammettere poco più di 19 ma non finanziare) e pure Zevio per i 670mila euro richiesti. Sfuma, poi, per Villafranca, la possibilità di ottenere 4.650.000 euro per la riqualificazione della piazza di Dossobuono (3,2 milioni), la demolizione di un fabbricato dove allestire il Centro Anch’io (un milione), la ristrutturazione della seconda torre del castello (450mila euro).

A fronte di 2.418 progetti presentati, ne sono stati ammessi 2.325: di questi, però, solo 1.784 sono stati finanziate. A scorrere le 17 pagine dell’elenco, di progetti veneti che hanno ottenuto la copertura ce ne sono solo 24, 98 in tutta la Lombardia, 61 in Piemonte, quattro in Trentino Alto Adige, uno in Friuli Venezia Giulia e quattro in Valle d’Aosta, 106 in Emilia Romagna. La parte del leone, infatti, la fanno Sicilia, Calabria, Campania, Roma ed il Lazio, la Puglia e la Sardegna. A far la differenza il cosiddetto indice di vulnerabilità, quello che assegna punti sulla base della «fragilità» socio-economica dei Comuni italiani e che, a fronte di un 40 per cento delle risorse complessive destinate al Sud, ripartisce l’altro 60 per cento sul territorio nazionale (3,4 miliardi di euro) ancorandolo al succitato criterio. Senza modifiche, accadrà la stessa cosa per i 300 milioni di euro complessivi stanziati con la procedura parallela aperta per i Comuni sotto i 15mila abitanti, che rappresentano il 91 per cento di quelli italiani.

Paola Dalli Cani

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