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San Giovanni Lupatoto e San Martino B.A

Flash mob per dire «no» all'inceneritore a Ca’ De Bue

Un momento del flash mob di protesta in piazza Umberto I DIENNEFOTO
Un momento del flash mob di protesta in piazza Umberto I DIENNEFOTO
Ca' del Bue, protesta (Diennefoto)

Un’ottantina di partecipanti ha sfidato ieri pioggia e vento per partecipare al flash mob organizzato in piazza Umberto I, a San Giovanni Lupatoto (Verona) dal gruppo Fare Verde contro l’impianto di smaltimento dei rifiuti di Ca’ del Bue, che si teme possa diventare di nuovo inceneritore, e le sue varianti di ampliamento approvate dalla Regione senza sottoporle a Valutazione di impatto ambientale.

 

La prima di queste varianti riguarda la digestione anaerobica (a causa della quale San Giovanni Lupatoto, che si trova sottovento, teme la puzza da uova marce) e la seconda prevede l’essiccazione (con le correlate emissioni di polveri e altre sostanze).

 

I presenti, ombrello in una mano e cartello di protesta nell’altra, hanno manifestato contro l’impianto delle basse di San Michele che dista dalla piazza centrale lupatotina poco più di 1.500 metri (mentre dalle prime case del paese, situate in via Porto, i metri di stanza sono meno di 900).

 

«Diciamo un no nettissimo all’inceneritore, soluzione finale alla quale si vuole indirizzare l’impianto di Ca’ del Bue, che è unicamente mirato a bruciare i rifiuti anziché riciclarli come risorsa, quale essi sono», ha detto Gualtiero Mercanti, portavoce di Fare Verde.

 

 È quindi intervenuto il sindaco Attilio Gastaldello che ha illustrato le due strade che il Comune intende percorrere contro Ca’ del Bue. «Questa manifestazione è importante perché ha lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sull’azione dell’amministrazione che è contraria all’inceneritore ma sta cercando anche, per il problema dei rifiuti e del loro smaltimento, strade diverse che sostanzialmente mirano alla gestione integrata e al riciclo».

 

«La battaglia legale che il comune conduce da oltre trent’anni contro Ca’ del Bue non ha portato a risultati concreti e la dimostrazione è che dopo quasi 35 anni siamo ancora qui al parlarne», ha dichiarato Gastaldello. «Ci sono altre vie da percorrere per togliere l’innesto al fuoco di Ca’ del Bue, che non sono quelle della contrapposizione e dello scontro frontale, e questa amministrazione comunale ci sta lavorando sommessamente da quattro anni».

 

«È la strada dell’accordo tra i Bacini provinciali dei rifiuti, che devono individuare concordemente una soluzione per la gestione dei rifiuti e per il loro riciclo e smaltimento attraverso gli impianti del territorio e proporla alla Regione». «Gli slogan ostili non servono a nulla, saranno forse utili alla campagna elettorale ma non conducono a soluzioni concretamente applicabili al problema che vanno in messe in pratica con l’aiuto di tutti e l ’impegno di ogni cittadino», ha aggiunto il primo cittadino lupatotino.

 

«Neppure la raccolta differenziata spinta può essere sufficiente. Le nuove soluzioni devono venire individuate dalle Autorità di Bacino fra le best practice dei rifiuti e applicate da tutti a livello provinciale». Dopo il sindaco lupatotino ha preso la parola, anche lui con la fascia tricolore indossata, Franco De Santins, primo cittadino di San Martino Buon Albergo. «Quando sono stato invitato dall’amministrazione lupatotina a partecipare a questo appuntamento, mi sono chiesto per un attimo se dovevo esserci a dare il mio appoggio e la risposta è stata sì, perché entrambi siamo contrari all’inceneritore. Anche se nei riguardi del revamping dell’impianto i due comuni hanno posizioni con qualche sfumatura diversa, la nostra contrapposizione all’inceneritore è totale, dimostrata nei fatti anche dall’81 per cento di raccolta differenziata di San Martino Buon Albergo», ha concluso De Santis. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Renzo Gastaldo

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