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Dieci anni di liti su un tetto d’Eternit

Il tetto dell’allevamento di tacchini di San Martino Buon Albergo FOTO PECORA
Il tetto dell’allevamento di tacchini di San Martino Buon Albergo FOTO PECORA
Il tetto dell’allevamento di tacchini di San Martino Buon Albergo FOTO PECORA
Il tetto dell’allevamento di tacchini di San Martino Buon Albergo FOTO PECORA

Due ordinanze, due ricorsi al Tribunale amministrativo regionale, un’ingiunzione a pagare, una causa civile ed ora anche un ricorso in appello. Questa stucchevole serie di contenziosi coinvolge il Comune di San Martino Buon Albergo e privati e l’oggetto del contendere è il tetto di un allevamento di tacchini. Il tetto del capannone, in via Scimmia, è fatto di Eternit e per questo motivo si è innescata una controversia che sembra non avere mai fine. Dopo più di 10 anni dal suo avvio, in questi giorni è arrivata al secondo grado di giudizio la lite giudiziaria su una multa. Tutto questo senza che sia stato eliminato l’Eternit, materiale potenzialmente pericoloso perché può rilasciare fibre di amianto che, se inalate, possono causare gravi patologie. La storia del tetto di via Scimmia, che ha una superficie di circa 1.500 metri quadrati, è iniziata nel 2012. Secondo quanto spiegano in Comune, in seguito ad una comunicazione di routine della proprietà, gli uffici municipali all’inizio del 2012 intimarono alla ditta proprietaria dell’allevamento, l’Agriros snc, di mettere mano alla situazione entro tre anni. Visto che non accadde nulla, a febbraio del 2015 il Comune ordinò alla proprietà una bonifica, con adeguato smaltimento dell’Eternit. Un’ordinanza che è rimasta lettera morta, tanto che nel giugno del 2017 ne è stata adottata una seconda, nella quale si ingiungeva anche di verificare se c’erano delle fibre presenti nell’aria. «Agli atti del Comune, l’azienda ha risposto presentando ricorsi al Tar, il quale sinora non è ancora arrivato ad emettere sentenze», ricorda Mauro Gaspari, vicesindaco e assessore all’Ambiente. Visto che nulla si muoveva, la Polizia municipale, nel novembre del 2019, ha adottato una propria ordinanza con la quale intimava ad Agriros il pagamento di una sanzione di 6.000 euro. L’azienda ancora una volta ha resistito, presentando un ricorso che a febbraio è stato rigettato dal tribunale di Verona. Una decisione, questa, contro la quale gli avicoltori, i quali hanno a San Martino anche un altro allevamento, hanno deciso di andare in appello. Per questo motivo, in questi giorni, il Comune ha deliberato la sua costituzione in giudizio. «L’ufficio Ecologia da tempo tiene monitorate le presenze di Eternit nel territorio le quali, negli ultimi anni, si sono ridotte ad una decina e sono piuttosto contenute», dice Gaspari. «Certo spiace constatare che, in questo caso, non c’è alcuna volontà di risolvere una situazione che da questione ambientale è purtroppo diventata un tema di interesse solo legale», conclude. •

Luca Fiorin

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