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«Demenza e prospettive», esperti a Negrar

Un anziano in una foto simbolica
Un anziano in una foto simbolica
Un anziano in una foto simbolica
Un anziano in una foto simbolica

Si stima che nel mondo siano 50 milioni le persone che soffrono di demenza, di cui il 60 per cento di Alzheimer. E poiché uno dei principali fattori di rischio è l’età anziana, si ipotizza che i malati diventeranno 130 milioni nei prossimi 30 anni. Purtroppo non è ancora disponibile una terapia farmacologica efficace nel curare la malattia, esiste tuttavia la possibilità di rallentare l’evoluzione del decadimento cognitivo grazie ai farmaci, in sinergia con strategie finalizzate a preservare le abilità residue. Un obiettivo che accomuna il Centro per i disturbi cognitivi e le demenze dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria e Alzheimer Italia Verona, promotori del convegno aperto alla cittadinanza dal titolo «La demenza da diverse prospettive», in programma mercoledì alle 16 nella Sala Fr. Perez dell’Ospedale di Negrar. L’incontro affronta con l’intervento di specialisti la complessità del paziente con decadimento cognitivo e pone l’accento sulla possibilità di un percorso di cura che porti ad affrontare la malattia con coraggio senza sentirsi abbandonati. «Demenza senza paura» è il titolo dell’intervento della dottoressa Zaira Esposito, responsabile del Centro di Negrar, che nel 2022 ha effettuato 666 visite di cui 203 con nuovi pazienti. La neurologa affronterà il tema della demenza attraverso l’arte, con gli autoritratti del pittore statunitense William Utermohlen, affetto da Alzheimer, che ha rappresentato se stesso lungo gli anni della malattia. E con gli scatti dell’ olandese Alex Ten Napel che immortalano i volti delle persone ammalate. «Si sostiene che la demenza sia una patologia che ruba l’identità», sottolinea, «ma guardando questi visi a nessuno verrebbe in mente che siano uomini o donne senza identità. Anzi, sono persone con tutte le loro caratteristiche, emozioni e risorse inaspettate che noi dobbiamo far emergere». A questo scopo il Centro per i disturbi cognitivi e le demenze nel 2015 ha dato vita all’Officina della Memoria: iniziative che hanno la finalità «di rafforzare le abilità cognitive motorie residue, incrementare l’uso di strategie di compensazione, nell’ottica di aumentare il senso di autosufficienza e benessere sia in persone sane, a scopo preventivo, sia in coloro che hanno dei lievi deficit cognitivi», spiega la dottoressa Esposito. «Inoltre vengono proposti incontri per i familiari». La famiglia è infatti protagonista del percorso di cura, ma molto spesso, se non sostenuta, rischia anch’essa di ammalarsi. Tema che nel corso del convegno sarà affrontato dal punto di vista psicologico e medico, ma anche pratico con le indicazioni dell’assistente sociale e la presentazione dei servizi per le famiglie offerti gratuitamente da Alzheimer Italia Verona, diretta da Maria Grazia Ferrari che conta 17 sedi sul territorio.•.

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