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Il ricordo di alcune delle vittime veronesi

I nomi, i volti e le storie dietro i numeri del virus

Il ricordo di alcune delle vittime veronesi
Alcuni dei deceduti veronesi per il coronavirus
Alcuni dei deceduti veronesi per il coronavirus
Coronavirus, i volti dietro i numeri

A Verona e provincia, ad oggi, sono morte 556 persone affette da coronavirus, di cui oltre un terzo in casa di riposo, nettamente i dati più alti di tutta la regione Veneto.

Ma dietro i numeri, che fortunatamente stanno calando notevolmente, ci sono volti e storie, progetti e speranze interrotti all'improvviso e persone che hanno perso un proprio caro.

 In questi giorni abbiamo raccontato alcune di queste storie sul nostro giornale, per rendere omaggio a chi se ne è andato senza nemmeno poter avere un funerale con tutti quelli che gli volevano bene.

Ne pubblichiamo qui alcuni brevi cenni.

 

L'AMBULANTE CHE AMAVA IL CALCIO

I familiari di Luciano (Ciano) Muzzolon, ex ambulante di Zimella, non dimenticheranno mai quel saluto commosso l’1 aprile scorso, davanti all’ospedale di San Bonifacio, un saluto intriso di grande affetto ma velato da una profonda preoccupazione. Quella è stata l’ultima volta che i parenti più stretti hanno potuto vedere di persona il proprio caro, e nei suoi occhi hanno letto la consapevolezza che qualcosa di tragico stava per accadere.

«A mia madre è sembrato che lui le stesse dicendo un sommesso addio», racconta ancora sconvolto il figlio di Ciano, Filippo Muzzolon. «Mio padre è rimasto ricoverato fino al 7 aprile al Fracastoro, poi è stato trasferito a Villafranca ed è deceduto cinque giorni dopo, il pomeriggio di Pasqua».

Aveva 73 anni e non soffriva di alcuna patologia. Le sue grandi passioni erano state il calcio e l'associazione alpini.

 

 

FLAVIO E CARLO, GLI ALPINI

Se ne è andato a 69 anni Flavio Melotti, alpino e appassionato di storia e montagna, lasciando un vuoto incolmabile fra i suoi cari e nella sua comunità, a Bosco Chiesanuova.

«Portato in ospedale sembrava stare meglio», ricorda la moglie Nicoletta, «ma dopo la prima telefonata non l'abbiamo più sentito...»

Con lui se ne è andata un altra penna nera di Bosco, Carlo Baroni, che di anni ne aveva 76.

 

RAFFAELE, DA CASERTA A PESCHIERA

Raffaele Morrone aveva 53 anni e prima di contrarre il Covid-19 era in perfetta salute. Originario della provincia di Caserta, era arrivato a Peschiera del Garda a 18 anni e non l’aveva più lasciata. Qui ha conosciuto l’amore della sua vita, Fiorinella, con cui era sposato da 31 anni e aveva due figli: Michael, 28 anni, e Janira, di 21.

Era dipendente di un’azienda di telecomunicazioni, per cui da vent’anni lavorava in pianta stabile alla GlaxoSmithKline. Dopo dieci giorni di febbre alta, un arresto cardiaco gli è stato fatale.  «Raffaele era iscritto all’Aido», racconta la moglie, «credeva nell’importanza della donazione di organi ma purtroppo non ha potuto fare nemmeno questo».

 

IL SUPERNONNO DI RIVOLI

Flavio Cristofaletti è morto a 75 anni all'ospedale di Villafranca. Aveva tre nipoti che adorava. Era sposato da 50 anni con Luigina, aveva fatto il marmista ed era stato molto attivo nell'attività amministrativa del suo paese, Rivoli Veronese.

 

EMILIO, SEMPRE ALLEGRO

Emilio Mascanzoni, 86enne di Fumane, è morto all'ospedale di Villafranca dove era stato portato dalla casa di riposo di Caprino. «Era una persona vivissima, partecipava a tutte le attività, soprattutto cantando. Il Covid-19 ce l'ha portato via all'improvviso in modo disumano», racconta una nipote.

 

ILDE E SILVERIO, INSIEME FINO ALL'ULTIMO

Si sono tenuti per mano fino all'ultimo respiro Ilde Trevisani e Silverio Pomari, che il 2 giugno avrebbero festeggiato 65 anni di matrimonio, ma che il Covid-19 ha strappato all'affetto dei loro figli e nipoti e dell'intero paese di Roverè. Avevano 86 e 87 anni.

 

EGLE, LIBERA PER SCELTA

Se ne è andata il 31 marzo Egle Degan, 87 anni dedicati al suo lavoro e agli altri. L'indipendenza era il suo tratto caratteristico «tanto che non si era mai volita sposare, nonostante fosse una bellissima ragazza piena di spasimanti». Lavorò come farmacista e commercialista. E fu molto attiva anche in politica. 

 

FULVIO, UNA VITA NEI CAMPI

Fra i diversi decessi dell'Ipab Maria Gasparini, c'è stato quello di Fulvio Ghisellini, ex agricoltore di Villa Bartolomea. Aveva 91 anni.

«Mio padre», ricorda il figlio Roberto, fu uno dei primi nella nostra zona ad avvalersi della macchine agricole meccanizzate». Era vedovo da dieci anni

 

VITTORIO, IL PIZZAIOLO

Vittorio Convertino gestiva la pizzeria ristorante Sale e Pepe di Cavaion insieme alla moglie Luciana dal 1989 e nella quale si sono fatti le ossa anche i figli Enrico, 29 anni, Simone, 24, e Daniele, 22.

Era nato 64 anni a San Vito dei Normanni, in Puglia.

«Ancora fatichiamo a renderci conto della sua morte, il 26 marzo scorso. Come tante persone che lo conoscevano, ancora oggi incredule», racconta la moglie. «Vittorio stava bene, poi sono cominciati il mal di pancia e la febbre. Il 13 marzo l’ho accompagnato in ospedale a Negrar per una radiografia di controllo, tanto per stare tranquilli. Da quel momento non è più tornato a casa. Dopo quattro giorni era già intubato ed è iniziato il silenzio: potevi parlare solo con i medici». 

Paola Bosaro, Vittorio Zambaldo, Katia Ferraro, Camilla Madinelli, Barbara Bertasi, Elisabetta Papa

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