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Coraggio Verona: «Quel messaggio è nostro»

Uno dei cartelli della Girardi Pubblicità
Uno dei cartelli della Girardi Pubblicità
Uno dei cartelli della Girardi Pubblicità
Uno dei cartelli della Girardi Pubblicità

I cartelli pubblicitari sono comparsi nei giorni scorsi ai bordi delle strade di tutta la provincia. La scritta riportata (ma forse è meglio parlare di messaggio) è chiara: «Coraggio Verona, ripartiamo insieme» Senza nessuna firma. Cui prodest ( a chi giova)? si sono chiesti in molti. La risposta la fornisce Cesare Girardi, titolare della Girardi Pubblicità, l’azienda di San Giovanni Lupatoto leader nel territorio veneto di cartellonistica stradale dove gestisce 2000 cartelli: «L’iniziativa è nostra e nostri sono anche i quaranta cartelli pubblicitari che riportano il messaggio di incoraggiamento. L’idea di veicolare questo messaggio al posto della solita pubblicità ci è venuta dopo che è stata avviata la fase 2 del coronavirus». «Moltissime attività commerciali hanno risentito pesantemente del calo di affari conseguente alla chiusura imposta dalla pandemia e se ne sono lamentate a livello di associazioni di categoria e di amministratori pubblici. Di ancora più negativo», prosegue Girardi, «c’è però l’atteggiamento di molti imprenditori e il quasi disamoramento per la loro attività. “Coraggio Verona, ripartiamo insieme“ vuole essere un claim, la dichiarazione di sollecitazione e di stimolo rivolta al mondo imprenditoriale ma più in generale a tutti coloro che hanno un ruolo nella nostra società. Il messaggio era proprio questo: cambiare atteggiamento e credere nel futuro». E i cartelli erano a disposizione? E poi ci saranno delle spese per lanciare un messaggio pubblicitario... «I cartelli li abbiamo messi a disposizione noi e la spesa in termini di imposte pubblicitarie è risultata sopportabile anche per le nostre casse che pur si sono trovate ad affrontare la situazione determinata dal blocco delle attività imprenditoriali. E poi, se eravamo convinti della bontà dell’iniziativa perché non avremmo dovuto farla?».

R.G.

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