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Ciclista falciato da auto Indagato l’automobilista

La via Legnaghese dove è stato travolto e ucciso l’operaio  romeno
La via Legnaghese dove è stato travolto e ucciso l’operaio romeno
La via Legnaghese dove è stato travolto e ucciso l’operaio  romeno
La via Legnaghese dove è stato travolto e ucciso l’operaio romeno

Nessuno ne ha denunciato la scomparsa, o il mancato rientro. Nessuno ha chiesto informazioni su di lui. È rimasta sconosciuta fino alla tarda mattinata di ieri l’identità del ciclista investito l’altra sera alle 21.30 in via Legnaghese, a San Giovanni Lupatoto al confine con Oppeano. Un’automobile, condotta da un cittadino di nazionalità cinese, ha travolto e ucciso il ciclista, Mihai Ciocirlan, 42 anni compiuti a marzo. Il conducente dell’auto, una Volksvagen Tuareg, non ha visto la bicicletta, forse non aveva la luce posteriore accesa, forse viaggiava a velocità sostenuta. E quella strada non è molto illuminata anche se ci sono lampioni. Una strada costeggiata da case, con marciapiedi ampi e poco frequentata alla sera. Nessun segno di frenata sull’asfalto. L’uomo è stato travolto e subito dopo l’automobilista s’è fermato a prestare soccorso, ma per quel ciclista non c’era davvero nulla da fare. Sul posto il Suem 118 ha inviato l’automedica e l’ambulanza, ma il medico non ha potuto che constatare il decesso dell’uomo. La salma è stata portata all’istituto di medicina Legale di Borgo Roma, ora è a disposizione del magistrato che dovrà decidere se far eseguire l’autopsia, ma essendo chiare le cause del decesso è probabile non sia necessario. Al cittadino cinese è stata ritirata la patente e su di lui è stato aperto un fascicolo per omicidio colposo. La polizia ha anche richiesto gli esami tossicologici per capire se l’uomo alla guida fosse in stato di alterazione psicofisica. Dovrà inoltre essere appurata la velocità con cui la Tuareg stava viaggiando in quella via abitata. La polizia Locale di San Giovanni, intervenuta per i rilievi assieme alla polizia Stradale di Bardolino, ha raccolto più elementi possibili per ricostruire il sinistro. Durante i rilievi il telefono cellulare ritrovato a terra ha suonato più volte. Ma era necessario prima capire chi fosse quell’uomo a terra per non diffondere notizie allarmanti senza avere certezze. E finalmente ieri mattina, dopo alcune indagini, la Stradale è riuscita a dare un nome alla vittima, un operaio che abita a Raldon e che risiedeva con un connazionale per dividere le spese dell’affitto e delle utenze. La Stradale ieri, in mattinata, è riuscita a rintracciare i parenti più stretti della vittima, che abitano, alcuni a Roma, altri in Spagna e che dovranno mettersi d’accordo per venire a Verona ed effettuare il riconoscimento della salma. Un atto dovuto per avere certezza dell’identità dell’uomo. Soltanto in questo modo sarà possibile poi dare sepoltura alla vittima. E anche in questo caso saranno i familiari a decidere se seppellire la salma nel veronese o riportarla in patria, in Romania. •

Alessandra Vaccari

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