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La polemica

Zalando e lavoro
Accuse della Cgil
Replica dell'azienda

La polemica
La sede di Zalando
La sede di Zalando
La sede di Zalando
La sede di Zalando

Zalando a Nogarole Rocca, accuse delle Cgil:  «Fiege continua ad assumere esclusivamente mediante agenzie di somministrazione con contratti di tre mesi che nella migliore delle ipotesi vengono rinnovati per altri tre mesi, ma più spesso non vengono rinnovati. Il 100 per cento della forza lavoro impiegata da Zalando, pari a circa 1.500 unità, è assunta con contratto atipico».

E ancora: «Sono state bandite le tasche dall’abbigliamento dei lavoratori e vengono controllate borse e zaini agli ingressi», evidentemente per evitare furti di prodotti, già avvenuti. «L’unico oggetto che è consentito portare sul posto di lavoro è una bottiglietta trasparente. Non è possibile consumare snack, e in caso di attacco ipoglicemico l’unica possibilità è chiedere al proprio responsabile una caramella», conclude la nota. Una polemica dalla quale Cisl e Uil hanno preferito restare fuori.

 

 Sulla questione replica Fiege: «Abbiamo offerto ai lavoratori un iniziale periodo di lavoro tramite agenzia interinale, per un massimo di 6 mesi, con successiva assunzione diretta, passando da un indispensabile processo di selezione. L’assunzione a tempo indeterminato è già la realtà per decine di lavoratori che, a partire da gennaio 2020, hanno iniziato come interinali e sono stati poi assunti a tempo indeterminato». «Sono rispettate tutte le condizioni contrattuali, ai lavoratori è stato offerto un pacchetto di benefit vantaggioso».

 

L’INTERROGAZIONE. Le accuse avanzate dalla Cgil hanno fatto alzare le antenne anche a due deputati veronesi, i dem Alessia Rotta e Diego Zardini che, insieme a Debora Serracchiani, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, hanno presentato una interrogazione al ministro del Lavoro, chiedendo delle verifiche da parte del Governo. Anche Anna Maria Bigon, candidata alle regionali per il Pd, interviene sulla vicenda: «Investire sul territorio è positivo, ma non può far rima con sfruttamento».

 

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Francesca Lorandi

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