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Case di riposo, ora i familiari devono pagarsi il tampone

Una postazione per l’esecuzione di tamponi. Il  test è obbligatorio per i familiari degli anziani delle case di riposoCarlo Bergamasco
Una postazione per l’esecuzione di tamponi. Il test è obbligatorio per i familiari degli anziani delle case di riposoCarlo Bergamasco
Una postazione per l’esecuzione di tamponi. Il  test è obbligatorio per i familiari degli anziani delle case di riposoCarlo Bergamasco
Una postazione per l’esecuzione di tamponi. Il test è obbligatorio per i familiari degli anziani delle case di riposoCarlo Bergamasco

Addio tamponi gratuiti: l’aggiornamento del Piano di sanità pubblica della Regione Veneto cancella la gratuità dei test Covid-19 con cui i familiari di persone ospiti di strutture residenziali e semiresidenziali che accolgono anziani non autosufficienti, persone con disabilità, dipendenza o problematiche relative alla salute mentale possono incontrare i propri cari. Quando i direttori delle strutture si erano trovati tra le mani la delibera di Giunta regionale 1544 dell’11 novembre scorso avevano notato che il riferimento ai test gratuiti riguardava unicamente gli ospiti e gli operatori delle strutture ma confidavano in indicazioni più dirette. Gliele hanno fornite sabato i primi familiari che, recatisi al Covid point dell’ospedale Fracastoro di San Bonifacio, avevano scoperto dagli operatori che da lunedì i test sarebbero stati a pagamento anche per chi, con dichiarazione della struttura, si sottopone a tampone (misura integrativa anche del super Green pass) per poter incontrare in presenza i propri cari. Lunedì, tuttavia, come molti familiari hanno confermato alle stesse strutture, la situazione era a macchia di leopardo: all’ospedale Fracastoro a pagamento (con gli utenti che lo hanno scoperto solo una volta arrivati davanti all’operatore, dopo aver fatto coda e senza la possibilità di sottoporsi a test non avendo pagato anticipatamente la prestazione), in alcuni Covid point cittadini gratuitamente, come a Raldon e come nei Covid point dell’Ulss 8 Berica a cui fanno riferimento famigliari che abitano nel Vicentino. «Un malcontento generalizzato e che condivido in pieno», dice Carlo Bergamasco, presidente della Fondazione Don Mozzatti d’Aprili che gestisce la Rsa di Monteforte d’Alpone e Bolca di Vestenanova oltre a una comunità alloggio per anziani autosufficienti e una comunità per adulti con disabilità, «anche perché la comunicazione della nuova disposizione è arrivata, dall’Ulss 9 Scaligera, lunedì. È inaccettabile», protesta Bergamasco all’indirizzo della Regione, «perché una decisione simile dimostra come non si abbia la minima idea di quanto grave sia il danno che si provoca». «Ringrazio e lo farò sempre l’Ulss 9 per la disponibilità che ha sempre avuto», aggiunge, «riconosco l’enorme impegno sempre profuso e comprendo le difficoltà ma, arrivati a questo punto, nell’ottica della collaborazione l’Ulss 9 fornisca le case di riposo di tamponi, anche contingentati, e trovi una minima compensazione economica: nel solo interesse degli ospiti, ai tamponi ci pensiamo noi». Bergamasco è furibondo: «Vengano qui i funzionari regionali, vengano a rendersi conto della situazione! Noi abbiamo vissuto il prima, il durante e il dopo lockdown, abbiamo visto progressivamente le persone morire dentro, spegnersi, precipitare nella depressione: qua non si capisce che la medicina più efficace è la relazione. Andiamo verso il Natale, per noi e per gli ospiti, e non si può adottare un provvedimento simile: ci sono famiglie che non riescono a pagare la retta, mettere a pagamento anche il tampone vuol dire interrompere il legame che tiene in vita i nostri ospiti». Bergamasco è un fiume in piena: «Noi le nostre responsabilità ce le assumiamo da sempre e spesso andiamo oltre: la situazione generale è oggettivamente più allarmante dei mesi scorsi, anche noi siamo preoccupati ma i tamponi servono proprio per poter mantenere aperte le strutture a salvaguardia della qualità di vita degli ospiti. Chi non vuole sottoporsi a tampone può continuare a vedere i suoi cari da un vetro ma è ingiusto che si imponga a pagamento qualcosa che è ben più di una terapia, qualcosa che vuol dire vita!». •.

Paola Dalli Cani

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