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Casa albergo, il Comune ingaggia uno «sceriffo»

La Casa albergo di via Cellini a San Giovanni Lupatoto
La Casa albergo di via Cellini a San Giovanni Lupatoto
La Casa albergo di via Cellini a San Giovanni Lupatoto
La Casa albergo di via Cellini a San Giovanni Lupatoto

Uno «sceriffo» che però sia portato alla mediazione e orientato ad attivare forme di aggregazione fra i residenti. È sostanzialmente questo, secondo la Giunta comunale, il profilo che dovrà avere il cosiddetto «gestore sociale» della Casa albergo (36 appartamenti di proprietà comunale, finora assegnati ad anziani del territorio, ruolo previsto dal regolamento recentemente approvato. Il regolamento dispone una variazione di destinazione d’uso della Casa albergo di via Cellini (realizzata ed entrata in funzione nel 1985), riservando gli appartamenti non solo agli anziani ma anche al co-housing e quindi ad assegnatari appartenenti a famiglie monoparentali con figli minori, giovani coppie sotto i 30 anni, genitori separati/divorziati, persone fragili, neo maggiorenni in uscita da comunità alloggio o percorsi di affido, persone con disabilità all’interno di progettualità del «durante e dopo di noi». Per tenere sotto controllo e, per quanto possibile, mantenere un livello di convivenza accettabile, il regolamento istituisce, all’interno della Casa albergo, anche la figura del «gestore sociale». Questo nuovo ruolo ha come finalità quella di favorire il crearsi di legami solidaristici spontanei e di relazioni di buon vicinato e sostegno reciproco, nonché di agevolare il rispetto delle regole di normale convivenza. Lo «sceriffo» (passateci la semplificazione) sarà chiamato a contrastare il degrado sociale in soggetti socialmente fragili (persone adulte in situazioni di vulnerabilità o neo maggiorenni in uscita da percorsi di tutela oppure altre situazioni di povertà socio-economica) e a favorire lo sviluppo di un welfare comunitario e partecipativo, anche attraverso momenti di attività ricreative. Il gestore sociale, stando alla delibera adottata dalla Giunta, avrà anche il compito di attuare «azioni di governance della comunità residenziale, con la creazione di contesti socializzanti e stimolazione dei dialoghi tra i residenti, definendo le modalità di aggregazione, rafforzando i legami tra i residenti anziani della comunità, e tra questi con gli altri adulti/famiglie neo-residenti, presupposti fondamentali per un social-housing, nonché agevolare il rispetto delle regole di normale convivenza, promuovere e rafforzare l’uso degli ampi spazi ad uso collettivo esistenti all’interno della struttura». Il gestore sociale dovrà anche garantire la condivisione dell’«accordo di accoglienza», previsto dal regolamento, contenente il progetto socio-educativo sottoscritto tra l’assegnatario dell’alloggio sociale e i Servizi sociali comunali. Il provvedimento di giunta ricorda che gli spazi comuni sono stati di recente «allestiti con nuovo ed idoneo arredo con momenti ricreativi, culturali e servizi dedicati, moltiplicatori di contesti relazionali inclusivi oltre che per i residenti (siano anziani che di housing-sociale) anche per il quartiere favorendo forme innovative di servizi di prossimità. Compiti non facili da assolvere per il gestore sociale. Finora la gran parte di queste funzioni, rivolte alla popolazione anziana residente, erano svolte, con non poca fatica, dalle assistenti sociali e da funzionari vari del comune: erano loro che dovevano dirimere liti e contrasti che puntualmente emergevano all’interno della Casa albergo. Il regolamento della struttura prevede che i compiti di regolazione della vita interna allo stabile di via Cellini passino ora però al gestore sociale. Per questo, la Giunta comunale ha dato indirizzo agli uffici competenti di procedere all’individuazione di un «gestore sociale», stabilendo che l’affidamento del servizio ad un soggetto terzo avvenga per un periodo sperimentale di tre anni e la presenza della figura all’interno della struttura sia di almeno tre giorni settimanali, per un massimo di 10 ore totali.

Renzo Gastaldo

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