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«Cara Mariolina, ora sei con Luca»

La chiesa di Santa Maria Maggiore di Bussolengo affollatissima per l’ultimo saluto a Mariolina Vendrasco Avesani
La chiesa di Santa Maria Maggiore di Bussolengo affollatissima per l’ultimo saluto a Mariolina Vendrasco Avesani
La chiesa di Santa Maria Maggiore di Bussolengo affollatissima per l’ultimo saluto a Mariolina Vendrasco Avesani
La chiesa di Santa Maria Maggiore di Bussolengo affollatissima per l’ultimo saluto a Mariolina Vendrasco Avesani

«Cara nonna, non è stato piacevole vederti andare via ma ero serena perché ho capito che le sofferenze erano finite. Nella mia valigia, ora, metto ciò che mi hai trasmesso»: Linda è una piccola donna di poco più di dieci anni ed è venuta al mondo poco dopo che la nonna Mariolina Vendrasco Avesani ha perso un pezzo del suo cuore. Quel «pezzo» si chiamava Luca, era lo zio che Linda e sua sorella Camilla non hanno potuto conoscere ed è il senso di quella «sapienza semplice», citando le parole di don Giorgio Costa, capace di imporre calore su cuori raggelati dal dolore. Perché questo tutti hanno pensato quando Mariolina, lunedì, ha chiuso gli occhi: Mariolina era pronta per riabbracciare il figlio strappatole via da un incidente stradale quasi 12 anni fa. Lo aveva detto lei stessa al suo parroco, «se g’ho da morir... almanco vo da Luca». Don Costa, celebrando ieri nella gremitissima chiesa di Santa Maria Maggiore, a Bussolengo, le esequie di Mariolina Vendrasco Avesani, più volte ha fatto riferimento al dolore di madre, al figlio perduto e a questo abbraccio che lui stesso, ne è convinto, «è già avvenuto in quell’eternità che è un amore senza fine, non il nulla in cui Mariolina è persa o dispersa». La messa di commiato, prendendo a prestito le parole del sacerdote, è stata una «preghiera semplice semplice», esattamente com’era Mariolina: rimandano a lei le parole del Siracide «non si può valutare il peso di un’anima modesta», rimanda a lei quel «beati i miti» del Vangelo di Matteo. La Parola è quella delle beatitudini, e allora la donna virtuosa è Mariolina «capace di dar valore e senso alla vita», è grazia «perché ha saputo rendere bello il mondo con la scelta concreta di fare il bello e il buono» ed è gioia «cioè il gusto del vivere e la felicità che segue il far del bene a qualcuno». Nei volti delle persone riunite nel pomeriggio più caldo che la storia conosca ci sono tutti i passaggi di vita di Mariolina: la famiglia di ieri e di oggi, gli ex colleghi infermieri, i rappresentanti del Comune di Bussolengo, il mondo dell’impresa, della politica, dell’associazionismo che sono diventati parte del suo mondo dopo l’incontro col suo «papi», il marito Luciano. C’è la sua famiglia tutta, la figlia Annalisa e il compagno Cristiano con le piccole Linda e Camilla, il cognato Gianfranco con le figlie Micaela, Valentina, Eleonora, le sorelle e i fratelli di Mariolina, cioè Luigina, Graziella, Giuseppina, Luigino e Gianantonio con le loro famiglie e tanta gente comune venuta ad omaggiare una donna generosa e semplice.«Donava con umiltà ed è sempre stata schiva anche di fronte ai grazie», la ricorda l’amico Antonio Pastorello (più volte presidente della Provincia), «esempio di forza per affrontare le prove della vita e di amicizia nel riunire le persone, anche nel nome di Luca». Sono moltissime le manifestazioni nate per sostenere lo sport e ricordare quel figlio strappatole via, «e quell’amore per lo sport, quell’energia sportiva è un seme che non andrà perduto», aggiunge un volontario della Polisportiva Calzedonia di Bussolengo. Poi ci sono le nipoti che della zia ricordano la «grande forza morale fatta di valori veri», il «grande esempio di come si dona amore alla propria famiglia». Paola Boscaini, ex sindaco di Bussolengo, considera un «dono averla conosciuta e incontrata», ripensa al fortissimo legame che univa Mariolina alla sua parrocchia e a quel concerto di Natale nato proprio per sua volontà. Ci sono decine di rose pallide ad abbracciare il feretro, un giardino semplice e bellissima: c’è la carezza del violino a cui Marcel Frumusachi fa suonare l’Ave Maria, l’Adagio di Albinoni che fa sciogliere il pianto, You rise me up di Rolf Louland e il Preludio di Bach per questo saluto quasi sussurrato. C’è la voce di una piccola donna: «Nonna, sei sempre stata nel mio cuore». •

Paola Dalli Cani

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