<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IL CASO

Caos al Brennero, le reazioni di Confindustria Verona e Confartigianato

Le code al Brennero
Le code al Brennero
Le code al Brennero
Le code al Brennero

«Non è accettabile una decisione unilaterale di tale portata che coinvolge non solo la categoria dei trasportatori, ma una parte importante dell'industria italiana senza la minima condivisione». Giorgio Adami, titolare dell’Adami Trasporti spa oltre che vicepresidente per la competitività territoriale di Confindustria Verona, si fa portavoce della rabbia che non riguarda solo la sua categoria, ma tutte le imprese perché, spiega, «le aziende esportatrici veronesi che hanno affidato le merci ai trasportatori non hanno potuto consegnare e rispettare le consegne ai clienti. Un problema che sta riguardando in primis le imprese dell’agroalimentare, e nel nostro territorio sono numerosissime quelle che esportano oltre il Brennero, ma anche tutti gli altri settori».

 

L’iter imposto ai mezzi pesanti è complesso. Come spiega in una nota la Camera di Commercio di Verona, la misura prevede che un camionista che entra in Germania attraverso il Tirolo deve disporre di un test Covid negativo ed eseguito nelle 48 ore antecedenti l'ingresso in Germania «con tutti i costi che ne seguono», puntualizza Adami, e redatto in lingua inglese o tedesca. E pure questo è un problema, perché i centri italiani che eseguono tamponi consegnano poi il risultato solo in italiano. Inoltre, ogni autista deve registrarsi online su https://www.einreiseanmeldung.de/#/ prima di entrare in Germania. La dimensione del problema è descritta dai numeri snocciolati da Roberto Iraci Sareri, presidente di Confartigianato Imprese Verona: «Qui non si tratta di tutelare solo il lavoro delle oltre 1.400 imprese di autotrasporto del nostro territorio, ma di difendere l’intera economia italiana. Il Brennero è il primo valico alpino per trasporto di merci su strada, con 38,8 milioni di tonnellate, un quarto delle merci che passano per i 15 valichi alpini, per un valore di più di 90 miliardi di euro».

 

Una soluzione-tampone al problema la propone Adami: «Se la situazione prosegue per non fermare le merci forse si potrebbe pensare di coinvolgere la protezione civile utilizzando l'area del Quadrante Europa, ma qualcuno deve assumersi l'onere di pagare i costi generati».

Francesca Lorandi

Suggerimenti