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«Ca’ del Bue, Agsm punta al risparmio»

Una recente protesta contro l’impianto di Ca’ del BueIl municipio di San Giovanni Lup.
Una recente protesta contro l’impianto di Ca’ del BueIl municipio di San Giovanni Lup.
Una recente protesta contro l’impianto di Ca’ del BueIl municipio di San Giovanni Lup.
Una recente protesta contro l’impianto di Ca’ del BueIl municipio di San Giovanni Lup.

Ha invocato i potenziali pericoli per San Giovanni Lupatoto derivanti dagli scarichi di polveri ed odori ma ha soprattutto segnalato «l’illegittimo meccanismo elusivo di frazionamento progettuale» che ha aggirato la Valutazione di impatto ambientale. Questi sono i principali motivi addotti dal legale del Comune nella richiesta di sospensiva al Tar dei provvedimenti autorizzativi regionali per le varianti dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Ca’ del Bue. Richiesta che ha indotto il Tar a fissare l’udienza di merito per il prossimo 7 aprile e l’Agsm ad aprire i negoziati con l’amministrazione comunale lupatotina. La principale ragione esposta dall’avvocato che tutela gli interessi di San Giovanni riguarda il progetto di «revamping» dell’impianto di gestione dei rifiuti che «risulta completamente carente di una visione unitaria e complessiva dell’intervento e delle sue future implicazioni funzionali». Secondo l ’avvocato, emerge «una palese illegittimità del decreto regionale impugnato essendo stata posta, attraverso il frazionamento progettuale, una elusione che sottrae l’intervento a quella concezione dell’insieme del progetto ed alla conseguente valutazione globale degli impatti ambientali che rappresenta la fondamentale finalità dello screening di Via». L’approccio adottato per lo sviluppo del sito di Ca’ del Bue, di tipo frazionato e parziale, risulterebbe infatti non compatibile con il dettato del decreto legislativo in materia ambientale del 2006 che prescrive esplicitamente la considerazione del progetto nel suo insieme. Secondo il legale, una tale analisi cumulativa si imponeva nel caso delle due varianti di Ca’ del Bue (quella del digestore anerobico e quella dell’essiccatore) con riferimento agli impatti della pressoché confinante discarica di rifiuti «Ca’ Vecchia», la cui valutazione cumulativa era stata espressamente richiesta dal Comitato tecnico della Provincia di Verona ma che, scrive l’avvocato, «è stata illogicamente esclusa sulla base della supposta differente categoria progettuale dei due impianti di smaltimento dei rifiuti». Tale esito di esclusione della valutazione cumulativa per due impianti siti nel medesimo contesto territoriale (con emissioni ambientali cumulabili) fondato su una tale differenziazione tipologica, risulta manifestamente illegittimo, illogico ed inaccettabile in quanto ridurrebbe ad un’applicazione minimale uno dei criteri fondamentali del giudizio nella verifica di assoggettabilità a Via». Il Ministero dell’ambiente ha precisato che in sede di screening di Via il criterio del cumulo non solo non può essere limitato ai progetti appartenenti alla medesima categoria progettuale intesa in senso rigido ma «è necessario individuare e valutare l’interazione tra gli effetti ambientali derivanti da diverse tipologie progettuali». Lo studio ambientale fornito da Agsm definisce «non sostanziale» la variante tecnologica che sostituisce l’originario processo meccanico di centrifugazione e pressatura del digestato prodotto (finalizzato alla riduzione volumetrica dello stesso) con un processo termico di essiccazione che comporta un incremento di emissioni in atmosfera: un apporto di inquinanti che, secondo gli esperti lupatotini, non può ritenersi trascurabile se rapportato ad una documentata condizione locale di qualità dell’aria già compromessa con ampio superamento degli standard prescritti. Tutto questo per ottenere in favore di Agsm una modesta riduzione di digestato da conferire a compostaggio esterno. Ciò fa emergere, conclude il legale, che l’intervento è giustificato esclusivamente in termini economici (per risparmiare i costi per l’avvio a compostaggio) ma comporta un significativo aggravio delle conseguenze ambientali sia per la salute dei cittadini sia per il contesto in quella zona ad est della città. •.

Renzo Gastaldo

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