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Le sue fiabe fanno il giro del mondo

«C’era una volta...». Elisabetta, moderna Sherazade

Elisabetta Orlandi
Elisabetta Orlandi
Elisabetta Orlandi, moderna Sherazade (Tajoli)

Le sue fiabe stanno facendo il giro del mondo. Dall’Australia all’Argentina, dall’Ungheria agli Stati Uniti, fino alla Cina, ogni sera (o ogni giorno, secondo il fuso orario) ci sono centinaia di italiani residenti all’estero che le ascoltano. Alle 18 il link della nuova fiaba» appare sul suo sito e con un semplice «click» ci si può tuffare in un mondo fantastico seguendo la voce di Elisabetta Orlandi. Storyteller (narratrice di fiabe) poliglotta, residente a Grezzana, riuscirebbe a raccontare storie di fate, maghi e principesse per ore e ore.

 

COME SHERAZADE «Per quanto potrei andare avanti senza fermarmi? Finché non mi addormento», risponde ridendo questa moderna Sherazade dai capelli biondi che dà vita a tutti i suoi personaggi, cambiando voce, accento, tonalità per passare dal vecchietto al re, dalla principessa al cattivo di turno. Un dono speciale che le è servito per compiere un’impresa che la maggior parte dei genitori con bambini sotto i dieci anni riterrà straordinaria: far fare a suo figlio Johann («Ha il nome di Bach», spiega, «perché volevo donargli la cosa più bella: la musica») l’intero Cammino di Santiago quando aveva solo 8 anni. «E l’abbiamo rifatto l’anno successivo, per sua richiesta», sottolinea soddisfatta. Quasi mille chilometri percorsi non solo senza lamenti, ma con entusiasmo e curiosità grazie alla presenza di un elemento fondamentale. «Le fiabe, naturalmente», racconta divertita Elisabetta Orlandi, «“mescolate” in questo caso alle leggende» (vedi articolo in alto). Ma le fiabe non incantano solo suo figlio. I suoi «C’era una volta in un paese lontano lontano» vengono ascoltati ogni giorno da centinaia di persone, bambini ed ex bambini, che non vedono l’ora di decollare dalla «pista della quotidianità» per volare nell’avventura e nella magia.

 

FIABE CONTRO TIK TOK Nell’era di Instagram, Tik Tok e dei videogame sempre più ipnotici, sembra quasi impossibile che le fiabe attirino ancora. «Piacciono per tre motivi», spiega la storyteller. «Perché ricordano il mondo bello e rassicurante dell’infanzia. Perché si può ricevere forza dalle avventure dei protagonisti, considerando che se va bene a uno come Pollicino, c’è speranza anche per noi. E infine perché fanno viaggiare con la fantasia: la prima porta che aprono è proprio la libertà di immaginare. La fiaba è uno strumento potente, tocca corde che sono in noi da sempre».

 

IL SUO REGALO Le fiabe, quindi, fanno bene anche ai grandi, secondo Elisabetta Orlandi, che è anche scrittrice, traduttrice e insegnante di lingue. Motivo per cui in questo periodo difficile per restrizioni, lutti, paure e problemi economici causati dalla pandemia, ha voluto regalare a tutti un po’ di magia: una fiaba al giorno per cinquanta giorni (di solito le sue fiabe si possono ascoltare sul suo sito solo abbonandosi, anche se ce ne sono alcune di libero ascolto). Due i cicli che ha proposto: per il primo ha seguito l’umore della giornata, mentre per il secondo ha scelto una fiaba per regione.

 

ASCOLTANO GLI ADULTI «Mi seguono anche tanti adulti», spiega. «Ho scelto l’audio perché il video si porta via metà dell’attenzione. Volevo che le mie fiabe si potessero ascoltare ovunque, anche in auto o mentre si prepara la cena. Mi arrivano tanti messaggi entusiasti e tanti disegni fatti dai bambini. Ci sono molte famiglie che si riuniscono la sera per ascoltarmi». Ricordando che dieci minuti di fiaba presuppongono due ore di lavoro tra preparazione, registrazione ed editing dell’audio.

 

POLIGLOTTA. Elisabetta Orlandi spazia dalle fiabe tradizionali a quelle straniere, fino alle fiabe scritte da lei. Non le legge mai, le racconta seguendo un canovaccio e proseguendo con l’ispirazione del momento. Ne conosce migliaia. E può raccontarle indifferentemente anche in inglese, francese o spagnolo, perché sono lingue che conosce come l’italiano avendo vissuto a lungo all’estero. «Quando ho scoperto che raccontare fiabe era un mestiere, ho capito che era proprio quello che volevo fare. Per me questo non è un lavoro, è quello che sono», sottolinea felice. Laureata alla Sorbona e alla Statale di Milano, ha conseguito il certificato Celta (Univeristy of Cambridge) ed è vissuta per cinque anni a Parigi, dove per mantenersi agli studi lavorava nella libreria Shakespeare and Company, nota per essere stata frequentata da scrittori come Fitzgerald, Hemingway, Eliot, Joyce e dove ancor oggi si parla solo in inglese anche se si trova nel cuore di Parigi. Nel frattempo si è anche formata come storyteller frequentando corsi, partecipando a spettacoli di narrazione e festival. Poi ha trascorso quattro anni in Almeria, in Spagna, dove ha fatto la cantastorie in una fattoria didattica. E dove ha incontrato suo marito, regista dei suoi spettacoli. Tornata a Grezzana, ha continuato a fare la storyteller nei locali, dove faceva serate di narrazione (diffuse all’estero, meno in Italia), nelle librerie e nelle scuole, dove insegna ai bimbi a imparare le lingue attraverso l’ascolto delle fiabe. La pandemia purtroppo le ha fatto sospendere l’attività «dal vivo». «Mi manca davvero tanto», commenta, «è la mia passione. Per fortuna si può continuare on line».

 

C'era una volta nelle lingue del mondo (Tajoli)

 

IL SUO CASTELLO E così ogni giorno apre le stanze del suo Castello (il suo sito, nato nel 2013, è www.ilcastellodellefiabe.com) dove si possono trovare audio e video di fiabe, spettacoli di narrazione e si può partecipare a lezioni in varie lingue fatte apprendere attraverso la fiaba. Con suo marito Jorge López de Toro Fernández propone poi seminari teorico-pratici rivolti a insegnanti, personale delle biblioteche, genitori e lettori volontari. «Ho un migliaio di libri di fiabe e dedicati alle fiabe», continua. «Eppure, che siano di origine norvegese, turca o africana i contenuti si assomigliano, perché sono temi comuni a tutta l’umanità: la paura dell’abbandono, la solitudine, il tradimento, la conquista di un posto nel mondo, l’amore, la gelosia. Ci sono varie versioni delle stesse vicende e il tema base è comunque sempre il tentativo di fermare il tempo e di ingannare la morte». Che personaggio sarebbe Elisabetta Orlandi in una fiaba? «Certo non una fata», risponde subito. «Mi piacciono i personaggi buffi e le principesse ribelli, che devono affrontare delle prove con impegno e intelligenza. E poi mi diverte molto fare le voci delle streghe». •

Chiara Tajoli

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