<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Allarme Pfas, peggiora l’inquinamento

Una manifestazione contro i Pfas davanti alla Miteni, ora chiusa
Una manifestazione contro i Pfas davanti alla Miteni, ora chiusa
Una manifestazione contro i Pfas davanti alla Miteni, ora chiusa
Una manifestazione contro i Pfas davanti alla Miteni, ora chiusa

La contaminazione da Pfas della falda acquifera, quella da cui ancora dipendono gli acquedotti della zona rossa, non accenna a migliorare. Anzi, se possibile, la situazione è ancora peggiore di quella di qualche mese fa. Una situazione che si sta verificando nonostante la fabbrica chimica Miteni di Trissino, che secondo le inchieste giudiziarie in atto va considerata come la causa principale dell’inquinamento, abbia sospeso da mesi la propria attività in seguito a fallimento. Che i problemi invece di essere in via di risoluzione si stiano aggravando è stato confermato dall’Arpav, l’agenzia regionale per i controlli ambientali, nell’audizione compiuta in settimana in prefettura a Venezia davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle Ecomafie. Sono stati sentiti, fra gli altri, l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, il direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio regionale nonché commissario governativo all’emergenza Pfas Nicola Dell’Acqua e il comandante del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Treviso Massimo Soggiu. «Arpav ha sottolineato che, secondo le verifiche fatte a sud dello stabilimento Miteni, da mesi i valori dei contaminanti nella falda non solo non calano ma in alcuni punti addirittura aumentano», afferma il deputato veronese Pd Vincenzo D’Arienzo, membro della commissione. È stato confermato che entro questo mese entrerà in funzione la nuova barriera idraulica alla quale sta lavorando la società che era proprietaria di Miteni, ma il parlamentare dice anche che non è sicuro che questo intervento riesca a contenere la diffusione della contaminazione: «Il problema è che il livello degli inquinanti è ancora alto e, quindi, non è chiaro se gli interventi in atto basteranno a limitarne il trasferimento dai terreni all’acqua, cosa che si sta cercando di evitare con pozzi di emungimento, o se sarà necessario programmare altre opere per tenere basso il livello della falda», spiega D’Arienzo. «Da questo punto di vista, la situazione potrà essere affrontata compiutamente solo quando saranno portati via i macchinari dell’azienda chimica - si prevede entro la fine del 2020 - dalla ditta indiana che li ha acquistati all’asta e si potrà procedere alla bonifica dei terreni che stanno sotto l’azienda; cosa su cui abbiamo avuto garanzie dalla Regione», dice D’Arienzo. Nel corso delle audizioni, che si sono svolte in due sedute separate, è poi stata approfondita la questione C6O4. Questo è un Pfas di recente generazione che è stato trattato da Miteni solo a partire dal 2014, in seguito ad autorizzazione regionale. «Resta il nodo di come sia stato possibile autorizzare questo trattamento quando era noto da almeno un anno che i Pfas erano già attenzionati per la loro possibile pericolosità», sottolinea il deputato democratico. Proprio in merito al C6O4, nel corso dell’audizione è stato spiegato che è presente in notevoli quantità nei percolati delle discariche di varie province venete e che in alcuni casi è anche finito nelle acque sotterranee sottostanti, non essendo le discariche stesse perfettamente impermeabilizzate. «Uno dei casi potrebbe essere quello della discarica Cà Bianca di Zevio, peraltro oggetto di indagine da parte della Procura di Verona, ma ci è stato detto che ce ne sono altri in giro per il Veneto», sottolinea D’Arienzo. Per questo la Regione sta studiando tecniche volte ad essiccare e poi bruciare il percolato delle discariche. Sempre giovedì, nel ricordare che il Fratta Gorzone è fortemente interessato dalla presenza dei Pfas, è stato ribadito che anche i pozzi privati sono toccati dalla contaminazione, sottolineando che «entrambe queste fonti sono al servizio delle colture del Colognese». Il passaggio dei Pfas negli alimenti e gli esiti dello screening sullo stato di salute dei residenti nella zona rossa saranno però oggetto di prossimi approfondimenti. La prossima audizione della commissione è prevista per mercoledì a Roma, quando verrà sentita Eugenia Dogliotti, la direttrice del dipartimento Ambiente e salute dell’Istituto superiore di Sanità. •

Luca Fiorin

Suggerimenti