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Ormai è un'emergenza

Abbraccio con furto
Anziani nel mirino,
i casi si moltiplicano

Ormai è un'emergenza
Sempre più anziani rapinati con la tecnica dell'abbraccio
Sempre più anziani rapinati con la tecnica dell'abbraccio
Sempre più anziani rapinati con la tecnica dell'abbraccio
Sempre più anziani rapinati con la tecnica dell'abbraccio

Ancora casi di anziani derubati con la cosiddetta «tecnica dell'abbraccio». Dopo i casi segnalati di recente a Legnago, in Borgo Milano e in Borgo Venezia (ma in giro per la provincia sono ormai decine), questa volta due signore sono state rapinata a Negrar e ad Albaredo, dove un altro colpo è stato sventato per poco. La dinamica è quasi sempre la stessa: vengono fermati da una donna che finge di conoscerli e poi, prima di aver tempo di accorgersene, si ritrovano senza orologio o borsetta, sfilati durante il contatto fisico con la ladra.

 

 

ALBAREDO

«Ti ricordi di me? Mi riconosci? Lasciati abbracciare». A una pensionata alla periferia di Albaredo, mentre stava rincasando in sella alla sua bicicletta, è stato strappato così l’orologio d’oro che portava al polso. Un ricordo del suo povero marito, scomparso nel 2010, che ha reso ancora più difficile e dolorosa da accettare la brutta disavventura accaduta a poca distanza dalla sua abitazione.

E sempre nel centro in riva all’Adige il fratello dell’anziana, che vive con lei, è incappato infatti nelle grinfie di un’altra manolesta, non si sa se la stessa o una sua complice, che ha tentato di sfilargli la collana d’oro, con crocifisso, che il 74enne aveva al collo. Fortunatamente, la terribile esperienza appena vissuta dalla sorella gli è servita ad allontanare la sedicente amica proteggendosi istintivamente la faccia con le braccia proprio per evitare di venire derubato. 

 

NEGRAR           

Con il solito stratagemma una ragazza ha sfilato una collanina dal collo di una 75enne, fuori dall’ospedale di Negrar. A segnalarlo è la stessa vittima, una signora di Sant’Ambrogio di Valpolicella, che dopo aver letto il nostro giornale, ha voluto riportare la sua brutta esperienza, tracciando anche l’identikit della scippatrice, una ragazza, come negli altri casi. «Era castana, con i capelli lunghi, sui 35 anni. La riconoscerei senza problemi. Vestiva normalmente, nessun profumo particolare».

La donna ricorda bene: «Mi vede uscire dall’ospedale, si avvicina. In italiano mi dice che è senza soldi e ha tre figlie, poi farfuglia in slavo, non la smette di parlare apposta per frastornarmi. Mi abbraccia in continuazione, io mi tengo stretta la borsa, ma riesco a raggiungere l’auto parcheggiata a poca distanza dall’ospedale. Non so neanche come ho preso le chiavi che avevo in borsa». La signora 75enne, però, non è in salvo. La ragazza le tiene aperta la portiera, poi l’abbraccia. «Il cuore mi batteva a mille. Non so se pensare alla borsa dove tengo i documenti, il cellulare e qualche soldo, o alla collanina per il valore sentimentale, che mi cade fra le gambe, e non l’ho più».

La ragazza si dà alla fuga, e alla signora non resta che denunciare il furto. 

S.N. - A.P.

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