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«Zaglio non può più stare in Giunta»

L’ex lottizzazione del Castello tema del contendere in Consiglio
L’ex lottizzazione del Castello tema del contendere in Consiglio
L’ex lottizzazione del Castello tema del contendere in Consiglio
L’ex lottizzazione del Castello tema del contendere in Consiglio

Alla luce della sentenza di assoluzione «con formula piena perché il fatto non sussiste» che ha scagionato dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio l’ex sindaco di Castelnuovo del Garda Giovanni Peretti, l’ex vicesindaco e assessore all’urbanistica Ilaria Tomezzoli e la responsabile dell’Area tecnica edilizia privata e urbanistica Fiorella Carloni, i consiglieri di minoranza castelnovesi sono uniti nel chiedere al sindaco Giovanni Dal Cero di prendere «doverosi provvedimenti sul piano politico». Davide Sandrini, Silvia Fiorio, Chiara Trotti, Roberto Oliosi (lista Sandrini Sindaco) e Riccardo Oliosi (Castelnuovo Democratica) ci hanno provato presentando un’«interrogazione urgente» nell’ultimo Consiglio comunale che la maggioranza ha deciso di posticipare a una successiva seduta ritenendo non vi fossero i profili di urgenza richiesti dal regolamento comunale. Dal Cero ha inoltre espresso dubbi sulla possibilità di discutere l’argomento in un Consiglio pubblico, aprendo alla possibilità di secretarlo riguardando l’interrogazione «il profilo morale di un componente del Consiglio comunale». Fulcro del documento presentato dai gruppi di minoranza è infatti la richiesta di «dimissioni immediate» dell’assessore Cinzia Zaglio, che nel 2017, quando era tra i banchi dell’opposizione, presentò l’esposto da cui partirono le indagini e il procedimento penale della Procura di Verona per verificare presunte irregolarità nell’accordo pubblico-privato siglato tra il Comune e la società Mdc Srl per la riqualificazione dell’ex lottizzazione Castello a Cavalcaselle. «Ritenevamo che parlare della sentenza, depositata il 9 luglio contestualmente al giudizio, fosse un atto di trasparenza verso i nostri concittadini, data l’importanza dell’argomento che ha coinvolto il nostro Comune sia dal punto di vista di immagine che dal punto di vista economico, con il procedimento costato all’ente diverse decine di migliaia di euro in spese legali», spiegano a margine della seduta i consiglieri di minoranza. «Considerata la prontezza con cui il sindaco aveva comunicato al Consiglio comunale la costituzione di parte civile del Comune nel procedimento», aggiungono, «sarebbe occorsa la stesssa tempestività nell’esporre la conclusione del processo giudiziario e nel prendere i doverosi provvedimenti sul piano politico». Provvedimenti che secondo la minoranza «potrebbero iniziare con delle scuse da parte di chi, ora nella Giunta, aveva dato inizio a tutta la vicenda», fino ad arrivare alle dimissioni – definite «opportune» dai consiglieri – dell’assessore Zaglio o alla sua rinuncia a ricoprire il ruolo di vicesindaco, che assumerà nel gennaio 2022. In attesa che si decida come trattare l’argomento nella prossima seduta consiliare, il sindaco Dal Cero dà la sua versione dei fatti: «Nella riunione dei capigruppo mi ero reso disponibile a discutere l’argomento in Consiglio dopo una dichiarazione da parte delle minoranze, che hanno invece deciso di presentare un’interrogazione, non accolta perché anche a parere del segretario comunale non rispettava il nostro regolamento». Quanto alla richiesta delle dimissioni di Zaglio, Dal Cero precisa che «è una scelta che spetta a lei» ma fa sapere che non le accetterebbe: «Quando era consigliere di opposizione ha sollevato dei profili di criticità nell’accordo presentando un esposto, è stato il pubblico ministero a formulare il capo d’imputazione che, data la sua gravità, ha reso un atto dovuto la costituzione di parte civile del Comune». •

Katia Ferraro

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