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Grandi opere

Una stazione Tav nel basso Garda? Arriva lo stop. L’ipotesi di San Martino della Battaglia bocciata dal soprintendente di Brescia

Lavori per la Tav lungo la tratta tra Brescia e Verona nella zona del basso lago di Garda
Lavori per la Tav lungo la tratta tra Brescia e Verona nella zona del basso lago di Garda
Lavori per la Tav lungo la tratta tra Brescia e Verona nella zona del basso lago di Garda
Lavori per la Tav lungo la tratta tra Brescia e Verona nella zona del basso lago di Garda

Ma l’area del Garda avrà una fermata dell’Alta Velocità? La domanda viene rilanciata ciclicamente, perché il progetto, contestato da più parti in quanto ritenuto inutile e anzi dannoso, è stato commissionato ed esiste, mentre il finanziamento non c’è. E senza le risorse nessun progetto cammina. Però nel basso Garda tra Desenzano, San Martino della Battaglia (dove sarebbe prevista la nuova stazione), Peschiera e i colli del Lugana non si sta tranquilli: i cantieri attuali per realizzare la Tav bastano e avanzano, non c’è bisogno di sacrificare altro terreno. A sgomberare il campo dalle paure è arrivato il no secco alla stazione Tav da parte di Luca Rinaldi, soprintendente di Brescia alle belle arti, archeologia e paesaggio. E proprio il paesaggio ora è il bene più prezioso da tutelare. «Per la costa del lago ormai è andata come è andata - dice il Soprintendente Luca Rinaldi -, ma ora è il momento di proteggere almeno l’entroterra». Un monito che ha il sapore di avvertimento per tutta la zona e anche per le continue richieste di nuove strutture ricettive. «Non sono contrario alle strutture di lusso, purché vengano realizzate riqualificando o demolendo e ricostruendo l’esistente. Purtroppo i Comuni approvano, la loro capacità edificatoria è ancora eccessiva», ha spiegato a Bresciaoggi. E su questo punto si affianca anche il suo collega veronese, il Soprintendente Vincenzo Tiné.

La linea è tracciata: il consumo di territorio troverà nelle Soprintendenze una barriera, l’entroterra va tutelato e dal Soprintendente bresciano Rinaldi è ribadito un secco «no» alla progettata stazione intermedia dell’Alta velocità che potrebbe sorgere a San Martino. Uno stop che non è casuale: questa ipotesi di stazione della Tav sul Garda, uno scalo intermedio fra Brescia e Verona da realizzare (sempre in ipotesi) a San Martino della Battaglia, continua a spuntar fuori come un coniglio dal cilindro. Perché nel progetto esecutivo della nuova ferrovia questa stazione non c’è, come non c’era nel progetto definitivo finanziato per 2 miliardi e 499 milioni di euro, al quale però il governo aveva allegato una prescrizione (delibera Cipe 42/2017): fare uno studio di fattibilità.

Da allora lo studio è stato fatto (marzo 2018) a cura di Rfi, poi Ministero delle Infrastrutture e Regione Lombardia hanno avviato, da ottobre 2021, una progettazione preliminare. Si ipotizza un costo di 57 milioni e 630 mila euro, per uno scalo che potrà servire fino a 1.500 passeggeri al giorno. Come finirà non si sa, e del resto questa stazione in progetto è ancora completamente priva di copertura finanziaria. Tanto che anche il super-commissario straordinario nominato dal Governo per portare a compimento nuove infrastrutture ferroviarie per oltre 27 miliardi di euro, fra cui la Tav Brescia Verona, spiega a Bresciaoggi che questa faccenda della stazione a San Martino, almeno per il momento, non è questione che lo riguardi. «La mia nomina - spiega il Commissario straordinario, ingegner Vincenzo Macello - riguarda la realizzazione della tratta ferroviaria Brescia Verona Padova, e tra i progetti ricompresi in questa tratta non rientra la stazione sul Garda tra Brescia e Verona». Chiaro, netto, lapidario.

Il commissario conferma tuttavia che qualcosa si muove: «Rete ferroviaria italiana ha sviluppato lo studio di fattibilità - conferma l’ingegner Macello - ed il ministero delle Infrastrutture, d’intesa con la Regione Lombardia, nello scorso mese di ottobre ha individuato la soluzione più idonea di cui avviare la progettazione, con il finanziamento da reperire nell’ambito del Contratto di programma Mims-Rfi, in corso di definizione». Si farà? Non si farà? La Regione Lombardia è favorevole, il ministero delle Infrastrutture si è mostrato ricettivo, anche il Comune di Desenzano ha approvato un ordine del giorno a favore per non «perdere il treno» della Tav. L’alternativa fattibile sarebbe far sostare alcuni treni veloci alla vecchia stazione di Desenzano sulla linea storica (come già avviene oggi con i Freccia), tecnicamente interoperabile con la futura Tav. Un’opera che negli ultimi anni è stata bocciata però dal territorio veronese. Sia la sindaca di Peschiera Maria Orietta Gaiulli che il sindaco di Castelnuovo Giovanni Peretti sono sempre stati contrari all’idea. «Se si fanno mille fermate che Alta Velocità è?» si chiedeva la sindaca di Peschiera, mentre Peretti aveva tagliato corto qualche anno fa: «Non ne vedo l’utilità».

Assolutamente contrario a questa ipotesi di una nuova stazione a San Martino della Battaglia o comunque in zona, è Luca Formentini, presidente del Consorzio di tutela del Lugana doc: «Il Garda, terza destinazione turistica in Italia, merita un punto di arrivo dei treni veloci ma credo che questo sia lo spunto per trovare una soluzione alternativa, ovvero utilizzare i binari esistenti per far passare l’alta velocità nel basso lago e per non perdere i benefici dell’alta velocità solo alcuni potrebbero fermarsi a Desenzano o Peschiera». Ma una nuova stazione no: «San Martino della Battaglia è una zona isolata e senza collegamenti e la costruzione ex novo comporterebbe un ulteriore consumo di suolo».

E sulla necessità di proteggere il territorio ed evitare nuovo consumo di suolo interviene anche il Soprintendente Vicenzo Tinè che, già collega di Rinaldi in Liguria si dice «completamente d’accordo con la linea espressa dall’amico Luca con cui abbiamo lavorato molto insieme. Non possiamo permettere nuovi insediamenti nel territorio attorno al lago che portino a ulteriori consumo di suolo, una linea che avevamo espresso insieme già in Riviera ligure. Non possiamo saturare ogni minimo spazio».

E qui il soprintendente Tinè si rivolge direttamente ai Comuni della sponda veronese: «I Comuni non possono continuare ad approvare progetti perpetuando la politica pseudocompensativa, in cambio di una pista ciclabile o di una rotonda o di una asfaltatura. Questa è una modalità che porta a un continuo consumo di suolo, mentre noi dobbiamo garantire il rispetto delle zone naturali. Meglio il recupero di edifici vecchi e abbandonati che si trovano nei centri storici e che vanno riqualificati. Su questi punti noi saremo baluardo e occorre una presa di coscienza da parte dei sindaci della sponda veronese per un maggior rispetto del territorio, perché ci arrivano progetti già autorizzati e ci vediamo costretti a fermarli».

E sulla stazione Tav nel basso garda? Tinè non entra nel merito, non essendo territorio di competenza: «Noi sulla Peschiera-Vicenza non abbiamo particolari problematiche riguardo i lavori Tav, per assurdo abbiamo qualche problema per le richieste dei Comuni sulle opere compensative. Per la Tav solo questioni di dettaglio».

 

Maurizio Battista

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