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Polemica sulla «pattumiera del Sarca»

Tonnellate di legname finite nel Garda: «Spetta ai Comuni rimuovere i detriti»

Legname e detriti portati nel lago dal Sarca
Legname e detriti portati nel lago dal Sarca
Legname nel Garda (Musuraca)

Riparte la polemica sulle ottocento tonnellate di legname e detriti «scaraventati» dal Sarca nel Garda nell’ottobre 2020. A causa delle condizioni meteo avverse, l’alto lago era zeppo di legname e materiale galleggiante, oltre che di rifiuti di vario genere. Il tutto era arrivato sul tavolo del presidente della giunta trentina, Maurizio Fugatti e, a sollevare la questione, era stata la consigliera Lucia Coppola, dei Verdi.

 

Nel tratto di costa tra Riva, Arco e Torbole, alla foce del Sarca, i vigili del fuoco di Riva avevano cercato di evitare che una quantità industriale di legname e detriti arrivasse nel lago. Purtroppo però, il forte vento da sud-ovest aveva spostato le reti messe a protezione del Benaco e il materiale era finito in acqua.

 

«La piena del Sarca ha portato inondazioni, danni ingenti e non solo», aveva protestato la Coppola. «La stampa ha riportato la notizia che, in due giorni, 800 tonnellate di legname sono state scaricate dal Sarca nel Garda. L'idrometro di Ponte del Gobbo, che si trova a Dro, ha rilevato un'altezza dell'acqua pari a 3,10 metri, equiparabili a una portata di circa 550 metri cubi al secondo. Le reti contenitive in alcuni casi non hanno tenuto. Già tempo fa si è verificato un evento analogo: servono interventi urgenti».

 

Per la parte veronese avevano protestato sia la Comunità del Garda, che il sindaco di Brenzone. Il segretario della Comunità, Pierlucio Ceresa, aveva proposto di «mitigare gli effetti della natura con opere e comportamenti adeguati. «È necessario», aveva detto, «migliorare e potenziare quanto fatto in passato. Credo sia doveroso potenziare le reti e le barriere di contenimento alla foce, ma anche intraprendere opere adeguate a monte per limitare i corpi solidi e gli eventuali inquinanti».

 

Gli stessi concetti furono ribaditi dal municipio di Brenzone. Il sindaco aveva detto: «Situazioni simili sono da evitare. Anche se stavolta si è trattato di legna e detriti, nel 2019 abbiamo visto il lago cambiare colore fino alle nostre zone e a Malcesine per la gran quantità di materiale scaricato con l’apertura dello scolmatore di Torbole. Dobbiamo evitare che il Garda possa essere ricettacolo e pattumiera per tutti i materiali che finiscono nel Sarca».

 

Ora è arrivata la risposta dell’assessore provinciale competente per materia, Giulia Zanotelli. «Risposta tutt’altro che confortante», hanno ribadito dal municipio di Brenzone. «Il materiale legnoso trasportato dalle piene del Sarca nel Garda è un fenomeno naturale che può essere contrastato solo parzialmente», ha scritto l’assessore Zanotelli, «attraverso periodici interventi di asportazione di parte della vegetazione presente in alveo. Tali interventi sono stati effettuati anche in passato dal Servizio bacini montani. Per quel che riguarda i rifiuti gettati nel Sarca e trasferiti dalle piene nel Garda va ricordato», ha proseguito l’assessore Zanotelli, «che la loro rimozione spetta al Comune territorialmente competente anche nel caso in cui gli stessi si collochino sul demanio idrico provinciale. Ciò non toglie che il Servizio bacini montani abbia sempre collaborato con i Comuni al recupero dei rifiuti. Insomma: di mettere un freno allo scarico di ogni genere di materiali dal Sarca nel lago non sembra esserci intenzione perché considerato almeno in parte «fisiologico».•.

Gerardo Musuraca

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