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Tentata rapina e lesioni Arrestate due persone

Controllo dei carabinieri
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Controllo dei carabinieri

Due arresti per tentata rapina aggravata, lesioni personali e porto abusivo di armi. È l'esito finale a cui le forze dell'ordine sono giunti dopo le indagini effettuate dai militari dell'Arma in seguito a una tentata rapina in una sala slot di Pescantina risalente allo scorso anno. I carabinieri di Peschiera hanno riferito di aver eseguito l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Verona Livia Magri su richiesta del p.m. Paolo Sachar, nei confronti di F.L. classe 1953, originario di Bussolengo, e P.M., classe 1960, originario di San Pietro in Cariano. Entrambi i cittadini, a quanto riferisce l'Arma, sarebbero già pregiudicati. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, nella tarda serata del 18 agosto 2019, F.L. e P.M., assieme ad un altro complice, T.R., classe 1949, pregiudicato, deceduto per ischemia lo scorso gennaio mentre si trovava nella casa circondariale di Montorio, si erano introdotti all’interno di una sala slot di Pescantina per effettuare una rapina, non andata a buon fine. Ne era nata una colluttazione con il titolare del locale che era riuscito a reagire alle minacce, nonostante fosse ferito, colpendo alla testa T.R.. i malviventi si erano dati alla fuga senza alcun bottino, a bordo di una Toyota Yaris. Per curarsi le ferite riportate, T.R. aveva deciso di andare in ospedale, dove però era stato arrestato dai militari del NOR, Nucleo Operativo Radiomobile di Verona e portato a Montorio dove poi è deceduto. La vettura con cui i criminali erano fuggiti era stata rintracciata e recuperata dal NOR di Peschiera. Sfruttando anche le riprese fornite dalle telecamere della sala slot e dagli accertamenti effettuati sulla proprietaria del veicolo e dalla denuncia di furto presentata dalla stessa e dall’estrapolazione dei tabulati dei telefoni cellulari delle persone coinvolte, spiegano i carabinieri, sono partite ulteriori indagini che, supportate anche da intercettazioni telefoniche e ambientali, ha permesso di raccogliere inconfutabili elementi di prova a carico dei complici di T.R. e di deferire inoltre alla competente autorità giudiziaria B.E., la titolare del veicolo, per simulazione di reato. Dall'inchiesta è stato infatti accertato che la donna aveva simulato il furto della Yaris, che, secondo quanto dichiarato, «casualmente» avrebbe ritrovato qualche giorno dopo la rapina. In realtà, dalle indagini è emerso che la proprietaria della Toyota aveva prestato l'autovettura a F.L. che, dopo aver prelevato i complici, si era recato con la macchina alla sala slot per effettuare il colpo. B.E. aveva mentito per coprire F.L. ma la puntuale ricostruzione dei militari, ha scoperto le bugie della donna. Conclusi gli accertamenti del caso, è stata informata l'autorità giudiziaria di Verona che, concordando con quanto ricostruito dall'Arma, ha emesso i due arresti. Espletate le formalità di rito, F.L. è stato portato nella Casa Circondariale di Montorio mentre P.M. è stato sottoposto agli arresti domiciliari nella propria abitazione.

EM.ZAN.

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