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«Svuotò il conto di un disabile» Impiegato di banca a processo

Il processo si è sviluppato in tribunale a Verona
Il processo si è sviluppato in tribunale a Verona
Il processo si è sviluppato in tribunale a Verona
Il processo si è sviluppato in tribunale a Verona

Avrebbe disinvestito 171.000 euro e «avrebbe indotto la vittima ad effettuare prelievi e ad emettere assegni circolari o a farsi consegnare danaro contante fingendo di voler effettuare investimenti finanziari», riporta il capo d’imputazione, «fino a svuotare il conto che presentava un saldo di 8,65 euro». E poi sempre approfittando della condizione di disabilità motoria e psichica della vittima, costituitasi parte civile con gli avvocati Paola Malavolta e Luca Bonfante, lo induceva ad emettere un altro assegno circolare di 25.000 euro. Tutto ciò sarebbe successo a Garda tra il novembre 2017 fino allo stesso mese dell’anno dopo. Ci sarà parecchio da discutere nel processo che si aprirà il 7 aprile davanti al giudice Alessia Silvi contro l’ex dipendente della banca F.R., 41 anni, difeso da Marcello Manzato e V.D.G., 39, difeso da Giovanni Chincarini, accusato solo di un episodio circonvenzione di incapace. Ieri il gup Livia Magri ha rinviato a giudizio i due imputati. Più pesante appare la situazione per l’ex impiegato della filiale Unicredit di Garda che oltre alla circonvenzione d’incapace deve rispondere anche di tentata estorsione. Nei primi giorni del novembre 2018, infatti, l’impiegato di banca minacciava la vittima di non consegnargli diecimila euro se «non firmava una dichiarazione nella quale ritrattava le dichiarazioni accusatorie» riporta il capo d’imputazione. Di più: emerge anche che lo stesso imputato, poi licenziato, aveva presentato il figlio già manoscritto da sottoscrivere al cliente della banca così da ottenere il reintegro sul posto di lavoro oltre all’archiviazione del procedimento penale. Il piano di F.R., però, non è andato in porto perchè la vittima si è opposta e non firmò mai quella dichiarazione «liberatoria», richiestagli dal dipendente della banca. Alcune accuse per F.R. sono aggravate dal fatto di aver agito approfittando del suo rapporto professionale alle dipendenze della banca. Spunta nel capo d’imputazione anche l’aggravante di aver approfittato delle circostanze di luogo e di tempo tali da ostacolare la difesa edlla vittima. È caduta, invece, l’accusa di appropriazione indebita rivolta al quarantunenne da un’altra vittima. Che ieri ha rimesso la querela e il gup ha dichiarato il non luogo a procedere per questa ipotesi. Nell’udienza di ieri, infine, si è costituita in qualità di responsabile civile l’Unicredit che, in caso di condanna, potrebbe essere chiamata a risarcire il cliente di 50 anni che ha subito, a parere dell’accusa, un ammanco consistente dei propri risparmi. Ma l’ultima parola spetta al giudice del dibattimento. •

G.CH.

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