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«Stagionali penalizzati dal decreto Cura Italia»

«I lavoratori stagionali e il turismo sono in ginocchio. Un dramma senza precedenti». Così Salvatore Ranaldi, delegato regionale dell'Associazione nazionale lavoratori stagionali (Ans), definisce l'emergenza Covid-19 che ha pesantemente colpito il settore del turismo, «base dell' economia gardesana». L'Ans punta il dito sul «Decreto Cura Italia» che definisce inadeguato per più motivi: «Non include gli stagionali che non fanno parte del settore turistico ma sono impiegati in esercizi commerciali connessi». «Solo il 21 marzo», fa sapere, «un messaggio dell'Inps ci ha confortati annunciando che valuteranno l'opportunità di fare riferimento anche ai dipendenti stagionali di tali attività». «Inoltre», rileva, «gli stagionali assunti dopo il 3 febbraio non possono, al momento, accedere alla Cassa integrazione in deroga per l'emergenza Covid 19». Ranaldi rimarca: «Il nostro Paese sta affrontando un’emergenza sanitaria enorme e saranno proprio gli stagionali a pagare di più. Il 21 marzo mi è stato comunicato che, per aprile, le cancellazioni sono state del 100%», aggiorna. «Intanto le manifestazioni sono state annullate o posticipate, non ci sono prospettive certe e i titolari delle strutture ricettive hanno già tagliato gli organici. Un dramma per una regione, il Veneto, che, con il lago di Garda è una tra le mete turistiche più visitate al mondo». E ragguaglia. «Nell'intero lago operano circa 90mila stagionali sui 500mila in Italia. Stimiamo una perdita di 10.000 unità solo sulla Riviera degli Olivi». Poi ricorda: «Federalberghi Garda Veneto ha già comunicato alle strutture turistiche di posticipare l’apertura a maggio, decisione grave ma inevitabile con la prospettiva di una Pasqua deserta e di un maggio in cui non è detto si riparta. Probabilmente il Governo prorogherà le restrizioni finora approvate». Poi il delegato regionale approfondisce: «Il “Cura Italia“ cerca di fronteggiare la situazione ma in modo, secondo noi, inadeguato, escludendo le fasce di lavoratori stagionali non inserite nel sostegno economico previsto dall'articolo 29». Ranaldi ribadisce: «Non si annoverano infatti quelli dei pubblici esercizi correlati al turismo come funivie, lavanderie industriali, addetti alla consegna di merci in hotel e ristoranti, commessi di negozi che avrebbero iniziato a lavorare con la stagione estiva». Poi aggiunge: «Nonostante sia prevista, per le imprese, la sospensione di pagamenti di contributi previdenziali e di ritenute fiscali, si annuncia una catastrofe economica. Il decreto riuscirebbe a fronteggiare le retribuzioni solo per marzo, forse aprile, lasciando scoperti, nei mesi successivi, moltissimi stagionali e famiglie. L'indennità di disoccupazione (Naspi) andrebbe estesa fino al rientro dell' emergenza». Poi Ramaldi dà un altro dato forte: «I possibili percettori della misura economica varata sono solo 173.000 stagionali sui 550mila in Italia. Chiediamo una misura che riguardi tutta la categoria». •

B.B.

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