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BRENTINO BELLUNO

Si recupera l'antico maniero

Il Castello della Corvara risale almeno al XIII secolo È stato distrutto nell'800 e se ne è persa memoria ma ora un progetto regionale ne valorizza i ruderi
Parte dei resti del Castello della Corvara, che verranno recuperati
Parte dei resti del Castello della Corvara, che verranno recuperati
Parte dei resti del Castello della Corvara, che verranno recuperati
Parte dei resti del Castello della Corvara, che verranno recuperati

Gli antichi manieri hanno un fascino speciale. Ed anche i loro ruderi, perché lasciano all'immaginazione un margine ideale per agganciarsi alla storia. Sarà presto valorizzato ciò che resta del Castello della Corvara, brani di muratura semisepolti dalla vegetazione. La Regione, su proposta del vicepresidente e assessore al territorio Marino Zorzato, ha comunicato al sindaco Alberto Mazzurana che la giunta, nell'ambito del Fondo regionale per la riqualificazione e il risanamento del paesaggio veneto, ha ammesso il Comune a contributo con un sostegno di 110mila euro.
Così un pezzo di storia incastonato in un luogo meraviglioso, a picco sulla Val d'Adige, sarà meglio conosciuto. Premette il sindaco: «Il 28 ottobre la Regione ha pubblicato l'avviso pubblico di acquisizione di manifestazione d'interesse per interventi di riqualificazione, risanamento e valorizzazione di paesaggi del Veneto, che, tra le finalità, puntava ad avviare interventi volti a valorizzare contesti locali, restaurando manufatti da restituire al pubblico riqualificando così anche il paesaggio. Abbiamo partecipato presentando il progetto curato dall'ingegner Remigio Lucchini».
Si è classificato 14° in graduatoria sui 70 presentati. «Ha giocato a nostro favore», prosegue Mazzurana, «l'aver aderito, in dicembre, all'osservatorio del paesaggio Val d'Adige che permette ai Comuni di Brentino Belluno, Rivoli e Dolcé di mettersi in rete per promuoverne ambiente, cultura, colture, paesaggio e luoghi storici. In questo caso ci concentreremo sul circondario a sud di Preabocco, che conserva la fisionomia di una contrada medievale da scoprire, vicinissimo alla pista ciclabile Adige Sole».
Proprio qui, in un luogo stretto tra il letto dell'Adige e le pendici meridionali del Monte Cimo, incombente sulla sp11, sorgeva il Castello della Corvara. Ed era un luogo strategico perché, su questa via obbligata in destra idraulica, anche una fortezza di modeste dimensioni e con pochi uomini poteva controllare il passaggio di merci e viaggiatori.
«Il maniero, avamposto scaligero più settentrionale al confine col Trentino, è menzionato in un documento del XIII secolo; ha subito rimaneggiamenti dal '500 al '700, in età Veneziana», dice il sindaco. «Un disegno conservato in biblioteca civica a Verona lo mostra dotato di una torretta, muraglioni, portoni e di un approdo cui poteva fare riferimento il traffico delle zattere dell'epoca». Fu in auge fino alla fine del XVIII secolo: il suo tramonto coincise con l'abbandono dell'Adige quale via di comunicazione e col declino della Serenissima nel 1797.
«Già nel corso dell'800 la struttura del castello era distrutta, distruzione decretata dai lavori d'allargamento della Sp 11. I resti», informa Mazzurana, «sono oggi pochi muri che emergono dalla boscaglia. L' opportunità di rivalutarli ci è stata offerta dalla Regione che ringraziamo».
Poi passa all'operazione: «Trovandosi il maniero su un sito privato, abbiamo raggiunto un accordo col prioritario per acquisirlo».
«Poi», spiega Lucchini, «si disboscherà il fondo per liberare le strutture dalla vegetazione e si consolideranno i muri». Prosegue il sindaco: «Prima andrà però messo in sicurezza il luogo, su una scarpata lungo la provinciale 11. Per farlo si dovrà montare una rete paramassi che fermi possibili crolli di materiale roccioso già staccatosi in passato. Andrà anche fermato il dilavamento della scarpata retrostante, consolidandola. Per garantire l'incolumità dei visitatori, metteremo una recinzione. Inoltre, essendo il luogo vicino ad una piazzola di sosta della ciclabile, monteremo bacheche che ricordino la storia del presidio ai cicloturisti si passaggio». Conclude il sindaco Mazzurana: «Ringraziamo l'assessore per la sensibilità dimostrata che ha anche valenza culturale. Intendiamo infatti avviare una possibile collaborazione col dipartimento di discipline storiche artistiche ed archeologiche dell'Università di Verona, per permettere a studenti di fare esperienze di scavi che poterebbero restituire ulteriore materiale storico».

Barbara Bertasi

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